1998, un anno di transizione per Bull

Positivo, ma non troppo il bilancio di Bull. é quanto, sostanzialmente, ha dichiarato Guy de Panafieu, amministratore delegato della società francese , commentando i risultati per il 1998. Un profitto c’è stato, pari a 17 milioni d …

Positivo, ma non troppo il bilancio di Bull. é quanto, sostanzialmente, ha
dichiarato Guy de Panafieu, amministratore delegato della società francese
,
commentando i risultati per il 1998. Un profitto c’è stato, pari a 17
milioni di franchi (circa 5 miliardi di lire), su un fatturato di 24,9
miliardi di franchi (circa 7.380 miliardi di lire), ma non è giudicato
"significativo" dal manager transalpino, secondo il quale bisognerà
aspettare il 2000 perché Bull torna a guadagnare cifre rispettabili.
Se oggi il grosso del business del produttore francese è legato al mercato
dei server, del software e delle smart card, il futuro sarà caratterizzato
dall’integrazione e da altri servizi, che adesso rappresentano il 44% del
fatturato totale, stando a quanto ha dichiarato de Panafieu, che ha
spiegato come il settore dei server ha visto una caduta dei prezzi del 30%
per quanto concerne i grandi sistemi proprietari, non compensata dal minimo
aumento registratosi nei server Nt e Unix. Di fatto, l’amministratore
delegato ha dovuto ammettere che Bull non ha conseguito gli obiettivi
finanziari che si era prefissata, ma si è detto cautamente ottimista,
sottolineando che il ’98 è stato un anno di transizione, mentre il ’99 sar
à
un periodo di sviluppo. Per affrontare il quale, il colosso d’Oltralpe è i
n
cerca di nuovi partner, in funzione della decisione del governo francese di
cedere la propria rimanente quota del 17,4% di azioni. Una vendita che
dovrebbe fruttare all’Eliseo circa un miliardo e mezzo di franchi. Poca
roba, se confrontata con i circa 40 miliardi spesi dai contribuenti
francese in vent’anni di storia. Gli attuali azionisti, France Telecom,
Motorola e Nec, non sono interessati ad aumentare la propria quota
(ciascuno ne detiene una del 17,7%), secondo quanto dichiarato sempre da de
Panafieu, che ha spiegato come sarebbero graditi alleati "forti",
specialmente al di fuori del loro mercato di riferimento, cioè l’Europa. A
questo proposito, i dati illustrati dal management francese mostrano che
Bull recupera l’80% del proprio fatturato nel Vecchio Continente, dove
Francia (con 8 miliardi di franchi) e Inghilterra (con 3,2 miliardi)
costituiscono i mercati principali. I risultati in Europa, peraltro, non
sono sembrati soddisfacenti a de Panafieu, in quanto il mercato dell’It è
complessivamente cresciuto del 4,5%, mentre il fatturato di Bull è
cresciuto dell’1,4%. Peraltro, a non soddisfare le aspettative del manager
sarebbero state le vendite di server Nt, che non hanno impedito al colosso
transalpino di subire un calo del 14% del fatturato in questo settore.
Negli Stati Uniti, invece, Bull ha firmato contratti per sistemi di
sicurezza con Sprint, Netscape e Microsoft, ma il fatturato negli Usa
rappresenta solo il 5% di quello complessivo. De Panafieu ha dichiarato che
nel ’99 le vendite negli Usa dovrebbero crescere di un 10%, aggiungendo
che, nonostante i non confortanti risultati e la dismissione delle attivit
à
legate ai pc, Bull resterà nel mercato brasiliano.
Rivendicando l’importanza dei clienti Bull e rimarcandone la forza in
Europa, l’amministratore delegato della società francese ha ammesso la
necessità di cercare nuovi spazi, che avrebbe identificato nel mercato
cinese e in quello dell’Europa dell’Est.
Come detto, i servizi saranno la leva del business di Bull, che già ha
visto la crescita maggiore (+7,4%) proprio in questo settore.

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