Xbox: si vende in perdita?

Secondo iSuppli, il prezzo di vendita della nuova console di Microsoft è inferiore del 40% al prezzo di produzione. Ma il compenso viene dai giochi e dalle royalty.

A pochi giorni di distanza dal lancio della prima Xbox 360 sul mercato americano, iniziano le analisi non sul prodotto in sè, ma sull’impattoche questo è destinato ad avere sul business complessivo della società.
iSuppli è piuttosto drastica: il costo di produzione di ciascuna Xbox 360 è superiore del 40% rispetto al prezzo di commercializzazione.
Le valutazioni di iSuppli (preceduta da analoghe percezioni da parte di altri analisti) parlano di un costo di produzione di 552,27 dollari, laddove il prezzo di vendita è stato fissato a 399 dollari,
Il conto, secondo iSuppli, è presto fatto.
106 dollari costa il processore Ibm, mentre il processore grafico di Ati, inclusa la Dram di Nec costa 141 dollari. A questi vanno aggiunti 65 dollari per la memoria principale di Samsung e 12 dollari per il processore Sis Southbridge. Completano il tutto il Dvd drive, gli accessori, la documentazione, il packaging, l’assemblaggio e il testing.
Nell’arco di qualche mese, sostiene la società, il downpricing sui componenti potrebbe portare a una riduzione del costo di produzione di una cinquantina di dollari al pezzo, ma un certo divario tra costo e prezzo di vendita resterebbe.
iSuppli non si stupisce però delle cifre, sostenendo che è prassi per le società produttrici di console compensare le perdite sull’hardware con le vendite di videogiochi autoprodotti oppure attraverso le royalty raccolte presso gli editori.
L’unico vincitore, per il momento, resta Ibm, i cui processori rappresentano il cuore di tutte e tre le novità dei big player del settore.

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