Wi-Fi, i risultati dei test

ottobre 2003 Per misurare le prestazioni dei dispositivi wireless in questa prova non abbiamo utilizzato il programma Qcheck di NetIQ. La trasmissione dei pacchetti di dati da parte degli apparati 802.11g, e 802.11b+, con modalità di trasmissione 4X at …

ottobre 2003 Per misurare le prestazioni dei dispositivi wireless in
questa prova non abbiamo utilizzato il programma Qcheck di NetIQ.

La trasmissione dei pacchetti di dati da parte degli apparati 802.11g, e 802.11b+,
con modalità di trasmissione 4X attivata, avveniva in modo talmente rapido
che Qcheck non era in grado di stabilirne con precisione la velocità.

Al suo posto siamo ricorsi a un sistema di rilevazione cronometrica
dei tempi impiegati per la trasmissione di tre file campione di circa 12,5,
5 e 2,5 MB. Dalla divisione dell’esatto numero di bit che compongono i tre file,
rispettivamente 13.070.336, 5.373.952 e 1.994.752, con il tempo impiegato abbiamo
ricavato la reale velocità di trasferimento (in inglese throughput).

Le misure rilevate indicano velocità di trasferimento molto più
basse di quelle indicate dai rispettivi standard. Per esempio nel caso migliore
degli 802.11b, a fronte di una velocità teorica di 11
Mbps, abbiamo rilevato una velocità effettiva di poco superiore ai 500
Kbps.

Con gli 802.11g, che in teoria raggiungono i 54 Mbps, la velocità
più alta misurata è stata di 1.867 Kbps. Quella indicata dagli
standard si riferisce alla massima velocità di cui è capace il
dispositivo nell’invio e ricezione dei dati, datarate in inglese.

Una parte di questi dati sono informazioni che servono per il controllo della
ricezione, la verifica della presenza di errori e la loro correzione e la sincronizzazione
dei dispositivi wireless. In pratica sono “l’imballo” della spedizione,
assicurano che i nostri dati arrivino a destinazione e soprattutto che ci arrivino
integri. Quando un pacco arriva a destinazione l’imballo viene buttato via,
lo stesso accade con queste informazioni aggiuntive che non concorrono quindi
al computo finale della velocità.

Altri fattori incidono sul throughput. I disturbi elettromagnetici
dell’ambiente possono portare alla corruzione di porzioni di dati costringendo
l’AP e il client alla loro ritrasmissione; riflessioni o attenuazioni del segnale
causano un abbassamento automatico della velocità di trasmissione per
garantire l’affidabilità, le collisioni di trasmissione con altri AP
o client che portano all’interruzione delle operazioni per la risincronizzazione
del sistema.

Inoltre nel troughput è incluso il tempo impiegato per la preparazione
dei dati, operazione che include la loro lettura e l’elaborazione dal
punto di partenza e l’elaborazione e scrittura del punto d’arrivo. Per fornire
una grandezza di paragone abbiamo eseguito un test di troughput su rete cablata
Fast Ethernet, connettendo direttamente i due computer usati per la prova con
un cavo di rete. Nonostante l’ambiente favorevole, la velocità media
di trasmissione è di molto inferiore ai 100 Mbps teorici. In queste tabelle
(802.11b,
802.11b+
e 802.11g)
abbiamo riassunto le caratteristiche dei dispositivi provati.

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