Toh, chi si rivede: Jim Manzi

Il traghettatore di Lotus a Ibm si riaffaccia nel gotha dei condottieri d’azienda mettendosi a capo di una società di high-tech, Thermo Electron.

10 dicembre 2003

Della serie, “vita da Ceo”, come farne a meno.


Jim Manzi è conosciuto alla comunità tecnologica, e quindi dei nostri lettori, per essere stato il ceo che ha gestito la transizione di Lotus, da società libera a divisione di Ibm.


Fu acquisito, infatti, insieme alla “1-2-3 company” dalla Big Blue di Louis Gerstner nel 1995, rimanendone per un po’ il braccio destro.


In precedenza, metà anni 80, Manzi aveva rilevato il ruolo di comando di Lotus dal suo fondatore, Mitch Kapor e l’aveva portata ad avere il più alto valore di mercato della sua storia.


Poi il passaggio a vita privata nel Vermont. Un dorato “retiro” non confacente alle sue ambizioni di condottiero.


Dopo una parentesi poco lungimirante (il raccoglimento di fondi per il candidato democratico alla Casa Bianca, l’ex-giocatore di basket, che militò anche nell’Olimpia Milano, Bill Bradley), Manzi ha gironzolato un po’ per start-up, senza trovare pace.


Poi l’ingresso in Thermo Electron, società bostoniana di high-tech (radar). Di cui ora è felicemente Ceo.

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