Tecnologia italiana made in Usa, la ricetta mobile di Apparound

A colloquio con Gianluca Cagiano, presidente e Ceo della società di Palo Alto che, al momento solo su iPhone, propone soluzioni per creare nuove Web application a costi ridotti.

Immaginatevi un esperto di database toscano appassionato di tecnologia. Ora abbinategli un piglio imprenditoriale più americano che nostrano e avrete di fronte Gianluca Cagiano, presidente e Ceo di Apparound, start up fondata a Palo Alto, nel giugno del 2008, con l’obiettivo di agevolare le aziende e i rispettivi utenti a gestire i propri dati e processi aziendali indipendentemente dallo strumento tecnico che si ha in mente, «Web, smartphone o Microsoft Office che sia».
Il progetto, vale la pena di ricordarlo, si basa su Intellimaker Server, tecnologia consolidata proveniente dall’omonima società di consulenza fondata a Pisa nel 1998 dallo stesso Cagiano che, prima di venir recentemente messa in liquidazione, ha concretizzato la volontà del manager di dar vita a soluzioni per permettere alle aziende di creare agevolmente applicazioni Web per la gestione dei propri dati.

Una volontà realizzata nel 2001 con la creazione del già citato application server testato nel 2005 su clienti di rilievo come Amd. «Una volta verificata la possibilità di estendere questo tipo di strumento anche ad altre realtà – ci spiega Cagiano -, nel 2006, come Intellimaker, abbiamo seriamente cominciato ad accarezzare l’idea di trasformarci da società di consulenza ad azienda di prodotto operante sul mercato globale». Un passaggio, quest’ultimo, facilitato dai finanziamenti ottenuti da un fortuito incontro con un business angel senese in cerca di innovatori all’interno del Polo Tecnologico di Navacchio (Pi), in cui rientrava Intellimaker, e a cui ha fatto seguito la partecipazione a un progetto promosso all’inizio del 2007 dalla Camera di Commercio di Milano, «all’epoca impegnata a mettere in collegamento le start up appartenenti al proprio tessuto geografico con la Silicon Valley californiana» e alla quale l’azienda di Cagiano ha potuto partecipare grazie alla sede operativa aperta anche a Milano.

Da qui in poi per il manager toscano si spalancano le porte degli Stati Uniti non prima, però, di aver appreso l’orientamento culturale e imprenditoriale relativo al business, «che in America è completamente diverso rispetto all’Italia», tanto da convincere Cagiano a stravolgere letteralmente il business model della propria azienda e a dar vita ad Apparound, operativa al 100% da inizio 2009.
A Pisa, però, restano il centro di Ricerca & Sviluppo e il fulcro operativo che si occupa di commercializzare le tecnologie Apparound sul mercato italiano ed europeo. Tuttavia, «ache se a fatica – conferma il nostro interlocutore – è in California che stiamo facendo fund raising, non solo perché in Italia il panorama relativo degli investimenti è disastroso, ma anche perché è nella Silicon Valley che si concretizza circa il 40% degli investimenti mondiali in area software».

Questo vuol dire che, presente a Palo Alto solo con una persona e un ufficio di rappresentanza, entro il 2011, «pur mantenendo la struttura attualmente presente in Italia, l’intenzione è di spostare l’headquarter negli Stati Uniti supportandolo con un team che avrà il compito di sviluppare il mercato americano, che ha delle opportunità decisamente diverse da quelle italiane».
Tuttavia, dal 2008 in poi, forte dei clienti ereditati da Intellimaker, anche in Italia il target di Apparound sono le aziende di dimensione enterprise quali Amd, Gruppo Fiat, Nivea, Lavazza, ma anche come Allianz e Sara Assicurazioni «che rappresentano per noi un settore, quello delle assicurazioni – puntualizza Cagiano -, sul quale intendiamo specializzarci proponendo tecnologie mobile che permettono ai promotori finanziari e agli agenti di creare applicazioni per la gestione rapida via smartphone dei dati residenti su database aziendali».

Al momento solo su piattaforma iPhone, la suite di tecnologie offerte da Apparound sarà presto disponibile per tutte le principali piattaforme presenti sul mercato. Nel frattempo, fra gli accordi di commercializzazione attuati in Italia, Cagiano segnala quello con il system integrator spagnolo Everis, da noi presente a Milano e a Roma, che avrà il compito di estendere la presenza di Apparound sul mercato nostrano.
In tal senso non mancano anche una serie di accordi con gli operatori mobili attivi nel nostro Paese, di cui Telecom Italia è capostipite intenta com’è «ad avviare uno scouting sulle grandi aziende chiudendo un cerchio – conclude Cagiano – che ha come protagonisti clienti in grado di beneficiare di una tecnologia che abbatte i costi necessari per realizzare nuove applicazioni portando, contemporaneamente, del guadagno agli operatori mobili, che vedono aumentare esponenzialmente il traffico dati veicolano su smartphone». Un business che potrebbe presto avere come protagoniste anche le Pmi, «ma non prima di aver consolidato la nostra tecnologia e di esserci specializzati in maniera verticale su banche e assicurazioni».

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