Storage: il cliente chiede aiuto

Solo un partner competente può supportare le aziende nella sempre più complessa gestione del dato

Dicembre 2004, Per certi versi è una situazione rosea quella
che presenta Antonio Capitani, amministratore delegato di NetConsulting,
società di analisi per il mercato Ict. Rosea rispetto allo scenario globale,
ma con qualche spina dolorosa. La presentazione dell’analista, alla seconda
edizione dell’Emc Storage Consilium, si è aperta con la constatazione
della bassissima percentuale di spesa It in rapporto al Pil (quasi il 2% in
Italia rispetto a oltre il 3% di Regno Unito, Germania e Francia). Inoltre Capitani
ha osservato una riduzione degli investimenti in hardware, software e servizi
It e, in particolare, il crollo dei prezzi di ferro e consulenza. Le solite
brutte notizie, insomma, a cui si aggiunge, sempre secondo Capitani, una crescita
delle "pretese" dei responsabili It delle aziende, o meglio di chi
sta sopra di loro e decide le spese. In termini di settori di investimento,
invece, le aziende richiedono server consolidation, outsourcing e investimenti
in architetture di low cost computing. Subito a ridosso si presenta la storage
consolidation.

Addio ai margini su ferro e servizi inutili
Secondo i dati di NetConsulting, il mercato dello storage in Italia nel 2003
ha creato un valore di circa 966 milioni di euro con una riduzione del 2,4%
rispetto all’anno precedente, dovuta ai comparti dell’hardware e dei servizi,
mentre il software, tutto sommato, ha tenuto. Ciononostante la domanda di storage
non si è ridotta, cresce in volume, grazie anche a un downpricing dell’hardware
che tocca punte del 40 per cento e che lo fa rimanere stabile in valore. Dimentichiamoci,
quindi, di fare margini con l’hardware e di fare affari con servizi di consulenza
poco utili. E qui iniziano le buone notizie per il canale. I partner specializzati
nello storage, purché capaci di fornire un’offerta di alto profilo, hanno
a che fare con un cliente che ha scoperto il valore strategico delle informazioni
e le differenze tra le varie tipologie di dato. Importante, dunque, proporre
al cliente soluzioni per la gestione delle informazioni in tempo reale (Information
lifecycle management), fondamentale la velocità di implementazione e
la capacità di integrare soluzioni di vari vendor, spesso già
presenti, anche di fronte alla richiesta di collegare tra loro le infrastrutture
delle diverse "isole aziendali". In questo nuovo scenario, dunque,
vincerà il partner di canale specializzato, fortemente competente, profondamente
radicato sul proprio territorio e capace di costruire autonomamente una soluzione
eterogenea.

Dati a parte, allo Storage Consilium si è parlato di Information lifecycle
management, ancora una volta, di hardware, ben poco, e di virtualizzazione dello
storage. Ken Steinhardt, director of technology analisys di
Emc2, ritiene che l’Ilm ormai sia un concetto assodato, ma forse solo teoricamente,
e si basa su tre definizioni principali di dato (on line, near line, off line)
a seconda delle diverse priorità. In un progetto di storage, dunque,
è fondamentale questa distinzione, anche perché porta a una differenziazione
delle capacità di spesa. Per rendere un dato on line, che cioè
deve essere sempre disponibile, un’azienda deve spendere di più rispetto
a ciò che spenderebbe per rendere un dato near line (disponibile quando
serve) o off line (disponibile sporadicamente). Un partner che è in grado
di classificare i dati circolanti, ordinandone le priorità, può
già da subito dimostrare al cliente il risparmio che ne deriva. Successivamente
subentra l’analisi del ferro installato e le eventuali migliorie.

Vecchie classificazioni e neologismi
A questo proposito, Steinhardt ha eliminato le obsolete classificazioni dell’hardware
rispetto alla pura dimensione dell’azienda in termini di dipendenti. Ora si
parla esclusivamente di livello di servizio, indipendentemente dal fatturato
dell’azienda, dal numero di sedi e di dipendenti. Fondamentale, dunque, che
il partner comprenda il valore dello storage circolante in azienda e le aspettative
del cliente rispetto ai diversi tipi di dato. Al di là della scelta del
vendor, è importante concentrarsi sulla compatibilità delle diverse
offerte. Compatibilità garantita, per esempio, dall’adesione allo standard
Smi-S (Storage management initiative specification) del consorzio Snia (Storage
networking industry association) con cui collabora la maggior parte dei vendor
leader di mercato. Compatibilità necessaria per poter parlare di virtualizzazione.
Secondo Steinhardt, una corretta virtualizzazione dello storage, vera parola
chiave del prossimo futuro, parte da quattro assunti fondamentali. L’architettura
da proporre ai clienti, indipendentemente dalle loro dimensioni e dalle esigenze,
deve garantire la massima scalabilità, la massima maneggevolezza, la
massima interoperabilità tra le diverse soluzioni e, infine, deve aggiungere
valore al prezzo più concorrenziale possibile. La virtualizzazione dello
storage, che la Snia chiama più propriamente "aggregazione",
è un concetto complesso, ma potente. In pratica, abbiamo un cliente che
decide l’ordine di spesa, poco incline a compromessi e non necessariamente competente.
Il cliente chiede (semplicemente): voglio a disposizione i miei dati in qualunque
momento, indipendentemente dal loro tipo, da dove sono immagazzinati e da che
infrastruttura hardware e software li governa.

Un concetto facile? Assolutamente no
L’obiettivo della virtualizzazione, allora, è di connettere in rete tutti
i dispositivi di storage e gestirli, anche considerando gli applicativi coinvolti,
e di farli "parlare" tra di loro. Detto in questo modo, fortemente
riduttivo, sembra facile, ma non lo è. Molta strada c’è ancora
da fare: i vendor devono imparare a collaborare e il canale deve costruirsi
le giuste competenze. Crediamo, infatti, che al di là degli sforzi dei
produttori, la parte da protagonisti nella virtualizzazione dello storage l’avranno
proprio i Var e i system integrator, ma solo quelli, come dice Capitani, «di
alto profilo, capaci di portare valore in tutta Italia e a tutti i mercati»
.

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