Sheep

Un esilarante videogioco, allegato in versione completa a PC Open Gold di dicembre

O greggia mia che posi, oh te beata /Che la miseria tua, credo, non sai!/
Quanta invidia ti porto!
Questo mese riusciamo a scomodare persino Giacomo
Leopardi, che elevò agli onori poetici anche degli animali così
umili e “storditi” come gli ovini! E che si ritrovano protagonisti
del gioco che troverete in allegato al presente numero.

Ecco a voi Sheep, game edito da Empire, per il quale i suoi sviluppatori hanno
ideato una particolare “stupidità artificiale” per poter
meglio impersonare l’agire delle pecore.

Ma veniamo alla vicenda trattata nel gioco, vincitore nel 2001 del New Media
Prize come “migliore opera intelligente” alla Fiera del Libro di
Bologna.

Gli ovini, così come noi li conosciamo, in realtà sono extraterrestri,
sbarcati sul nostro pianeta migliaia di anni fa. Provenivano dal lontano Ovis
Aries, pianeta molto evoluto, ed erano venuti sulla Terra per conoscere le nostre
abitudini e i nostri costumi.
Per agire indisturbati, avevano assunto le sembianze di animali docili e indifesi,
le pecore appunto.

Ma con il passare del tempo, trovandosi a proprio agio nel nuovo pianeta e
nella nuova “veste”, scordarono le loro origini e la missione e
rimasero semplicemente pecore.

Ma ora è tempo di tornare a casa e gli ovini dovranno essere aiutati
da alcuni terrestri, ai quali verrà impiantato lo “stimolo al pascolo”,
una sorta di impulso viscerale a guidare le pecore aliene verso l’astronave
che le riporterà sul loro pianeta.

Voi impersonerete uno dei terrestri, a vostra scelta tra quattro personaggi:
Bo Peep, una ragazzina che di giorno fa il pastore e di notte la cantante rock;
Adam Half, un ragazzo che ha abbandonato la carriera di manager per fare il
detective e due cani; Motley, cane domestico molto docile e Shep, cane scaltro
e intelligente.

Missione non certo facile, visto il livello di “stupidità ovina”:
ogni gregge si muove sparpagliandosi, si spaventa molto facilmente e mal sopporta
il contatto con gli uomini.

Basta davvero un nonnulla per fare correre le pecore in giro per il quadro
facendole finire in mezzo ai guai: sotto un trattore, tra le lame di un’ascia
rotante, sotto un martello gigante, sullo spiedo.

Avrete a che fare con quattro tipi di pecore diverse, anche nelle attitudini:
la pecora comune, fifona e docile, la pecora da industria, attratta dagli oggetti
che luccicano, la lanalunga (tremenda!) che ascolta musica heavy metal, va ai
rave party fino a notte fonda e adora infilarsi nei posti più pericolosi
e la neo genetica, sofisticata e più intelligente delle altre tre.

Sette scenari a disposizione che andranno combinati con i diversi tipi di
pecora, ovviamente aumentando la longevità del gioco.
E veniamo al gameplay, che è piuttosto semplice: l’unica cosa che
conta è far sopravvivere il numero più alto possibile di pecore
per missione, in un tempo prestabilito. All’inizio di ogni livello vi
sarà comunicata la quota minima di pecore da salvare.

Molto simile concettualmente agli “antichi” giochi da bar, Sheep
rischierà di creare in voi una vera e propria “dipendenza”,
per la sua semplicità ma anche per l’ironia che lo contraddistingue.

Esilaranti sono le sequenze filmate, ricche di citazioni cinematografiche,
come quella in cui una pecora è sulla prua di una nave come Kate Winslet
nella famosa sequenza del “Titanic” o ballare sinuosamente dietro
una veneziana come Kim Basinger nel film “Nove settimane e mezzo”.

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