Sco&Linux, prime cause, prime adesioni, primo Q rosso

Chiamate in giudizio AutoZone e DaimlerChrysler, alle quali Osdl ha già offerto supporto legale. C’è, poi, chi aderisce al modello di licenza (come Ca). E la trimestrale peggiora i conti.

5 marzo 2004 Sono due società del comparto
automobilistico
le prime destinatarie delle azioni legali da tempo
promesse da Sco nei confronti degli utenti Linux.
Dopo giorni di mistero, nei quali la società aveva promesso e poi rimandato
l’ufficializzazione dei nomi, è arrivata la conferma.
Due azioni legali
sono partirte contro AutoZone, un rivenditore di ricambi auto con 3mila punti vendita in tutti gli Stati Uniti, e
DaimlerChrysler.
L’addebito, in entrambi i casi, è di
violazione dei copyright Unix in mano a Sco, derivanti dall’utilizzo di sistemi
Linux che a loro volta contengono codici, strutture e sequenze derivanti da Unix
System V.
E se Darl McBride, Ceo di Sco, giustifica il ricorso alla chiamata
in causa citando l’analogia con il mercato della musica online, per il quale è
stato necessario ricorrere a cause legali per veder riconosciuti i diritti
derivanta dalla proprietà intellettuale, qualche legale interpellato dalla
stampa statunitense guarda alla mossa con occhi diversi, insinuando che in
realtà Sco voglia far leva sugli utenti per convincere i vendor, Ibm in testa, a
chiudere con una transazione a lei favorevole tutta la questione.
Nel
frattempo, Open Source Development Labs, che ha istituito un fondo di protezione per le possibili cause nei confronti degli utenti Linux, ha offerto la propria assistenza ad AutoZone e si dichiara pronta ad offrirla anche
a DaimlerChrysler. 

Cause avviate a parte, Sco sta cominciando a riempire le pagine del registro delle aziende che, invece, aderiscono al suo programma di licensing Linux. Dopo il “first mover” texano, Ev1Servers.net, ora tocca a Leggett&Platt, Questar e, soprattutto, Computer Associates. Pur riconoscendo il licensing, peraltro, la casa di Islandia prende le distanze dal metodo utilizzato da Sco, rilevando che la tattica di intimidire gli utenti per raggiungere un obiettivo non sia proprio quella migliore.

Intanto, Sco ha reso noti i risultati della
prima trimestrale, chiusa con un calo del fatturato e in un
incremento delle perdite.
Il primo trimestre d’esercizio si è chiuso
infatti con un fatturato di 11,4 milioni di dollari, in calo rispetto ai 13,5
del pari periodo del precedente esercizio, e con perdite che passano da 724.000
a 2,25 milioni di dollari.
Se pure peggiorativi rispetto allo scorso anno,
anche a causa dell’appesantimento delle spese legali, i risultati si attestano
al di sopra delle aspettative degli analisti.

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