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Sap Business One democratico e un po’ anarcoide

La trasformazione digitale del business, democratica e, allo stesso tempo, lievemente anarcoide. È questo il nuovo paradigma di Sap Business One, secondo Adriano Ceccherini, General Business Director di Sap Italia, padrone di casa all’edizione nostrana del Sap Business Forum 2016.

Dal 2002, anno di acquisizione da parte di Sap di TopManage, piattaforma israeliana da cui tutto ebbe inizio vent’anni fa, Sap Business One continua a “fornire un supporto strutturale al live business – prosegue Ceccherini – basandosi su quattro precise peculiarità: la personalizzazione, il real time, l’ottimizzazione processi e le analisi predittive”.

Democratica perché accessibile a tutte le aziende, di ogni comparto e dimensione compresa tra piccole e medie, lievemente anarcoide nel senso di fortemente personalizzabile, a seconda dei settori merceologici e delle esigenze di business del cliente.

È un sottile gioco di equilibri tra i modelli di add on realizzati dai partner di sviluppo sulla piattaforma, a oggi se ne contano più di 500 per ogni tipologia di settore, e la corretta personalizzazione che prevede composizioni modulari più o meno creative e un certo livello di fine tuning per soddisfare le singole esigenze.

Una piattaforma che, all’alba dei suoi quindici anni sotto il logo Sap, si aggiorna con gli appositi moduli per la mobilità, l’ultimo dei quali presentato proprio durante il Sap Business Forum 2016, il Sap Business One Sales Mobile, e che punta tutto sulle analisi predittive, come compete a ogni buona soluzione di Business Intelligence, categoria in cui Sap Business One rientra evidentemente a pieno titolo.

A questo proposito Ceccherini ricorda la soluzione studiata per i Frecciarossa di Trenitalia che, attraverso una rete di sensori installati nelle carrozze, ha permesso una riduzione del budget di supporto del 10%. “Il cliente raccoglie i dati provenienti dai sensori – aggiunge Ceccherini –, la nostra soluzione li elabora al fine di prevedere i guasti. È interessante aggiungere, a questo proposito, quanto possano essere utili i dati per stabilire dei rapporti di causa/effetto utili in fase di progettazione futura”.

A ulteriore conferma di quanto possa essere calda la questione della trasformazione digitale del business, il manager Sap ricorda i dati del Desi (Digital Economy and Society Index), sviluppato dall’Unione Europea e che combina più di 30 indicatori sullo stato dell’economia digitale dei 28 stati membri del Vecchio Continente.

Secondo l’indice, l’Italia è 25ma su 28, come dire, c’è ancora tanto (business) da fare. A maggior ragione se si considera lo studio “Thriving in the Digital Economy” promosso da Sap e Idc e presentato nel febbraio di quest’anno.

E così, il 30% pmi dichiara di usare soluzioni di business analytics per pianificare il go to market, il 32% delle Pmi dichiara di utilizzare soluzioni di e-commerce (troppo spesso di fornitori esterni) e il 25% usa un Erp vero e proprio.

Tutti dati confortanti, dal punto di vista di Sap, che comunque si lucida le medaglie: “In Italia – afferma Ceccherini – nel 2015 abbiamo registrato un +30% di fatturato con 200 nuovi clienti (solo su Sap Business One), e ci poniamo al secondo posto al mondo dietro la casa madre tedesca per numero di contatti”.

A testimoniare la bontà del lavoro arrivano Ecolan e Service Trade. Il primo cliente è una Spa a partecipazione pubblica che si occupa della raccolta differenziata e dello smaltimento dei rifiuti di 53 comuni in provincia di Chieti.

Anche in questo caso si è trattato di monitorare, immagazzinare, gestire e soprattutto elaborare i dati raccolti da sensori e tag Rfid per il controllo qualitativo della fornitura del servizio e anche per una certa tracciatura del comportamento degli utenti. Interessante, inoltre, il coté consumer della soluzione che, tramite app, consente al cittadino di ottenere un controvalore economico per il suo corretto comportamento.

Agostino D’Alessandria, amministratore delegato di Service Trade, società di servizi di riparazione e rigenerazione di apparecchi elettronici di ogni dimensione con 190 dipendenti e 20 milioni di euro di giro d’affari, ha tratto beneficio da una soluzione sviluppata da un partner Sap per un’azienda americana che si occupa esclusivamente di rigenerazione.

“Con i dovuti interventi per adattare il modello alle nostre esigenze – dichiara il manager – siamo riusciti a fornire ai nostri clienti lo stato di avanzamento delle riparazioni in tempo reale relativamente a 70mila eventi al mese in media, l’89% dei quali conclusi entro le 24 ore”.

“Ci siamo accorti – prosegue D’Alessandria – che l’interattività nel processo end-to-end diventava fondamentale e distintiva, abbiamo adottato Sap Business One per confermare la nostra leadership, abbracciando addirittura il nuovo modo di lavorare. Infine, l’uso di strumenti di business intelligence di questo tipo determina una garanzia univoca del dato elaborato, immune da interpretazioni”.

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