Red Hat apre il fronte dell’utility computing

A Raleigh pensano di estendere le funzionalità della Red Hat Network alla configurazione on demand. La sfida, a Ibm&Co. è grande. Anche perché parte da una massa critica di 1,5 milioni di utenti registrati.

20 gennaio 2004

Red Hat sta puntando ad aggiungere funzionalità di utility computing alla propria offerta Linux enteprise.


In pratica si tratta di un servizio di provisioning, che sarà illustrato al Linux World e che farà parte del complesso della Red Hat Network, che già prevede un modulo gratuito per la distribuzione degli aggiornamenti software ai clienti di Rhel (Red Hat Enterprise Linux) e uno di system management che costera’ 96 dollari all’anno per ogni server.


Il nuovo sistema di provisioning sarà caratterizzato da un modulo che costerà 192 dollari per server all’anno e che include quello di management.


Con il servizio che Red Hat si appresta a lanciare un amministratore di sistemi centrale potrà esercitare una serie di funzioni di controllo partendo da un’unica console e che vanno dall’installazione di una particolare configurazione di software basata su template alla clonazione della configurazione di un server per trasferirla a un secondo sistema, fino al ripristino di una vecchia situazione configurativa e al lavoro sui singoli file system.


Stando così le cose si può sancire l’ingresso di Red Hat nell’arena competitiva delle soluzioni di management e provisioning, cioè quella di cui fanno parte, a vario titolo, Ca, Hp, Ibm e Veritas. Che poi è l’arena del cosiddetto on demand, o utility computing.


E se contiamo che negli ultimi due anni la Red Hat Network ha registrato 1,5 milioni di adesioni capiamo la portata dell’iniziativa della società di Raleigh, che così intende diffondere il verbo dell’utility computing anche su versanti low-end, cioè non propriamente quelli deputati a far propri i concetti dell’on demand e del provisioning.


Pert soprammercato, non resta che ricordare che i servizi della Red Hat Network sono fruibili mediante due modalità: attraverso il datacenter centrale del North Carolina oppure tramite una struttura satellite, soluzione che consente di lavorare più in profondità sul fronte delle personalizzazioni. Ora l’offerta “satellite” che prima richiedeva che presso il cliente fosse installato un database Oracle, viene perfezionata con una pacchettizzazione acconcia dell’Rdbms.

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