Ready Informatica porta Pgp in Italia

Il distributore veicolerà le architetture per la tutela dei dati della casa americana e attiverà lo sviluppo del mercato nostrano con il recruiting di un canale di partner

Pgp, produttore americano di soluzioni di protezione dei dati basate su encryption, ora arriva in Italia grazie a Ready Informatica. In virtù di un recente accordo di distribuzione, il Vad di Casatenovo si farà vettore delle architetture per la tutela dei dati e delle comunicazioni aziendali per il tramite di partner e reseller focalizzati sulla proposizione di soluzioni di sicurezza a valore.

Il modello di diffusione, come conferma il direttore marketing di Ready, Marco Lorefice, punta su un’attenta qualificazione e formazione del canale.
Allo scopo, la società è attiva nel recruitment di reseller e nella creazione di lead. I soggetti deputati a proporre le soluzioni di Pgp saranno formati sulla tecnologia con il supporto di tecnici della società americana (il centro europeo di formazione ha sede in Francia). L’aspetto formativo è essenziale, in modo da dare al reseller anche la possibilità di fare del training sulle soluzioni di cifratura anche un’opportunità di lavoro con i clienti.

Al momento sono già 15 i reseller che hanno evidenziato interesse nelle soluzioni di encryption di Pgp, ma dovranno aumentare. L’idea del Ceo della società americana, Phillip Dunkelberger, infatti, è di dare la possibilità agli utenti di avere un punto di riferimento Pgp vicino al proprio raggio di azione. “Act locally with global capability” è lo slogan adottato dal manager statunitense per sottolineare che la conoscenza sulle enormi capacità che l’encryption ha di dare sicurezza e continuità al business, deve essere appannaggio di tutti, come testimoniano i 650 partner che la società ha in 55 paesi.

Per portare in profondità il proprio supporto, il Vad brianzolo condivide con Pgp anche il già esistente database utenti (le soluzioni sono già in uso presso alcune realtà), in modo da poter indirizzare le giuste competenze laddove vi sia necessità.
Pgp, che i più associeranno giustamente a “pretty good privacy”, la prima popolare soluzione di crittazione delle comunicazioni creata da Phil Zimmermann, rispetto agli albori è una società trasformata, globalizzata, che ha adattato ai tempi il concetto di cifratura, facendosi veicolo di un’idea olistica della protezione dati.

Secondo Dunkelberger, infatti, per poter dire di offrire l’encryption non basta saper cifrare la posta elettronica, ma serve ampliare la portata della crittografia all’intero framework dei dati oggetto di comunicazione.
Si parla, allora, di una Pgp Encryption Platform, ideata per ridurre le complessità della protezione dei dati gestendo l’applicazione della crittografia su più applicazioni da un’unica console. Le applicazioni che rientrano sotto l’egida protettiva del framework di Pgp riguardano la protezione di posta elettronica (su gateway, desktop e dispositivi mobili), contenuto dei dischi (di pc e laptop), file scambiati lungo la rete, processi batch verso sistemi di backup, server e mainframe, sistemi di messaggistica, vari endpoint (drive Usb e Cd) e Blackberry.

Il senso dell’azione di Pgp è quindi di coprire, con un framework di encryption, i quattro lati del’utilizzo odierno dell’It in azienda: i processi di business, le comunicazioni, i processi transazionali e gli strumenti di lavoro, compresi quelli mobili.

Ma come si fa a diffondere l’utilizzo virtuoso della cifratura? Per Dunkelberger l’encryption oggi deve essere più facile da utilizzare da parte sia di chi la gestisce, sia di chi la usa. La portata, se vogliamo, rivoluzionaria dell’encryption per come la intende il Ceo, è la protezione dello stack proprio in un modo trasparente all’utente finale dell’informazione. Trasparente, ma sicuro e senza tentennamenti di radice infrastrutturale. Anche perché oggi, fa notare Dunkelberger, emergono nuovi modelli, come la virtualizzazione (allo scopo Pgp ha messo a dirigere la propria ricerca e sviluppo l’ex-direttore dell’R&d di Vmware Esx, Shaw Chuang, poi fondatore di Invenio), da proteggere su due lati, server e desktop, o il cloud. La loro capacità di traslare la sede dei dati da dove l’abbiamo trovata sinora, secondo il Ceo di Pgp, rende l’encryption la soluzione ideale.

Anche se, ammette Dunkelberger, di totalmente sicuro al mondo non v’è nulla. Quello che Pgp fa per avvicinarsi il più possibile alla protezione totale è sviluppare un sistema crittografico testandolo con l’aiuto di chi dovrà usarlo, tramite la pubblicazione del codice, e lavorando alla nuova generazione dell’Aes (Advanced Encryption Standard) e dei sistemi di reputation.

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