Quale futuro per le reti metropolitane?

Nell’ambito delle reti metropolitane è in atto una tendenza evolutiva che interessa sia l’approccio agli utilizzatori in termini di servizi, che la tipologia dei protocolli e gli apparati di rete. Per ciò che riguarda i servizi, si osserva che da una p …

Nell’ambito delle reti metropolitane è in atto una tendenza evolutiva che interessa sia l’approccio agli utilizzatori in termini di servizi, che la tipologia dei protocolli e gli apparati di rete.

Per ciò che riguarda i servizi, si osserva che da una proposta indifferenziata si sta passando a una mirata, con soluzioni dotate di QoS e servizi personalizzati, grazie anche alla disponibilità di tecnologie di rete e di data center in grado di erogarle. In pratica, quello che si è finito con il metabolizzare da parte dei provider è che il contenuto è l’unica cosa per cui un utilizzatore è disposto a pagare. Questo ovviamente richiede che il provider sia in grado di convogliare una serie di servizi di base sostanzialmente a titolo gratuito o quasi e che disponga di una serie di servizi ad alto valore aggiunto, proponibili al privato, al mercato Soho o all’ambito aziendale. Se la strategia di offerta può essere riadeguata rapidamente, diverso è invece quando dai servizi si passa alle infrastrutture.

Va considerato che uno degli aspetti critici delle reti metropolitane è costituito dal collo di bottiglia rappresentato dal punto di accesso e dal carico sulle dorsali del traffico aziendale. In aiuto stanno comunque venendo gli sviluppi nell’optical Internet e nella tendenza in atto a privilegiare lo sviluppo di reti metropolitane, in cui il traffico tra le sedi urbane di un’azienda possa avvenire su base end-to-end in modalità Ethernet e con velocità dell’ordine dei 10 Gbps. Ciò richiede anelli urbani i cui nodi di accesso dispongano di interfacce Ethernet e che provvedano a mascherare il sistema finale rappresentato dalla rete dell’azienda. Non a caso, società come Nortel o Enterasys, che di recente ha annunciato il rilascio di uno switch a 10 Gigabit proprio per l’ambito urbano, stanno puntando su questa nuova visione architetturale.

Reti ottiche o fotoniche che trasportano Ethernet direttamente sul livello fisico rappresentano un’evoluzione che ovviamente contrasta con le previsioni di sviluppo dell’ATM. Le nuove tendenze sembrano vedere ATM come una tecnologia per la realizzazione di backbone geografici mentre per l’ambito metropolitano si propenderebbe per quanto sopra illustrato.

Questa tendenza trova conferma anche dalla diffusione di MPLS, che a sua volta tende a unificare a livello di trasporto l’ambito locale, metropolitano e geografico.

L’importanza che un accesso a larga banda sta assumendo è desumibile anche dai rilasci in casa di un altro dei player nel networking ottico: Marconi. Questa ha realizzato una suite integrata di apparati per accesso a banda larga via cavo e via radio, progettata per estendere la larghezza di banda e l’intelligenza fino all’utente, denominata Total Access. La suite in questione dovrebbe risolvere il problema del livello di accesso, che Marconi ritiene essere diventato l’ultima barriera che separa le aziende di Tlc dalla fornitura della nuova generazione di servizi a banda larga. Il consolidarsi di una visione di rete unificata e con una predominanza dell’ottico e di Ethernet è ormai tale da aver spinto a sviluppi in tal senso anche Intel, che di recente ha acquisito società che sviluppano tecnologie per produrre componenti optoelettronici e in particolare componenti per Gigabit Ethernet 10 Gbps.

L’evoluzione verso il 10 Gbps Ethernet appare quindi ben delineata, perché soddisfa le esigenze che emergono sia nell’ambito LAN che geografico.

Sebbene la visione di una Internet ottica che sta emergendo ora è stata realizzata solo parzialmente, è prevedibile un’ulteriore evoluzione per fornire ampiezza di banda globale quanto meno in un quadro metropolitano.

Vedremo affermarsi nuovi modelli architetturali maggiormente adatti alla erogazione di servizi avanzati.

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