Piccoli, ma ricchi inside

Carry small, Live Large, è il nuovo motto di casa Intel. Le piccole dimensioni, unite a elevate prestazioni e all’interconnessione spinta dei dispositivi, sono le chiavi per capire come saranno i prodotti del prossimo futuro, soprattutto in mobilità.

Shangai, 1 aprile 2008 – IDF, Intel Developer Forum, è l’evento in cui Intel svela i piani di sviluppo a breve e medio termine, ma è anche il momento in cui si incontrano sviluppatori e partner per toccare con mano l’innovazione che esce dai laboratori e dalle fabbriche.

Un mix di claim marketing e di sessioni tecniche indirizzate agli esperti del settore, tra keynote tenuti dai massimi vertici in cui si può comprendere la direzione dello sviluppo in casa Intel e per contro anche quella dell’intero mondo IT.

Due giorni, 2 e 3 aprile, preceduti da una prima sessione dedicata alla stampa e agli analisti, in cui oltre a festeggiare i 20 anni del centro di ricerca aperto in Cina nel 1998, molto attivo nello studio delle soluzioni di connettività wireless, che saranno sempre più al centro dei prossimi prodotti, Intel ha lanciato il proprio claim sui dispositivi e sul modo di utilizzo: Carry small, Live large, che possiamo tradurre come dispositivi sempre più piccoli e portatili capaci però di far vivere un’esperienza nuova, e Atom, il piccolo processore lanciato qualche mese fa, in questo è di sicuro il punto di forza di Intel.

La piena realizzazione dei nuovi concept si vedrà però nei prossimi anni con il processo di produzione a 32 nanometri e l’integrazione in un solo chip oltre che della parte grafica anche dei chip di gestione delle connessioni, soprattutto wireless.

Per fare ciò Intel spera di coinvolgere i principali nomi del settore a convergere nello studio di uno standard, che sostituisca le attuali soluzioni proprietarie che hanno problemi a convivere tra di loro, e la storia di Bluetooth è lì a testimoniare quanto la standardizzazione sia necessaria per un corretto sviluppo e una rapida adozione della tecnologia.

E’ il secondo anno consecutivo che Intel decide di svolgere in Cina l’IDF, al posto del doppio tradizionale in California, questa volta a Shanghai invece che a Pechino e i numeri sono impressionanti, a partire dai partecipanti.
C’è già il tutto esaurito per i prossimi due giorni in cui gli sviluppatori potranno toccare con mano le soluzioni basate sui chip del gigante di Santa Clara.

Ma fanno impressione anche le numeriche di adozione di dispositivi informatici in Cina, che sono ancora lontani da quelli europei e statunitensi ma che in pochi anni hanno visto una crescita ad un ritmo impressionante: la Cina è infatti la nazione con il mercato che può vantare tassi del 50% , il più alto al Mondo. Dal 1985 anno in cui Intel ha aperto il primo ufficio in Cina, nell’ultimo anno Intel ha deciso di investire qualcosa come 4 miliardi di dollari in questa nazione e i dipendenti sono arrivati a 7000, molti dei quali attivi nei centri di ricerca che da poco hanno attivato anche importanti collaborazioni con le università.

E non si può non notare come la città di Shanghai, grazie anche all’expo previsto per il 2010, si stia rifacendo il trucco, con gru sparse un po’ ovunque accanto a grattaceli che crescono come funghi, in un fermento impressionante, ormai dimenticato in USA e nel Vecchio Continente.

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