Pericolo giallo..

Contro la contraffazione “made in China”, ma sordi sulle legalità del software. Breve viaggio tra le contraddizoni degli imprenditori italiani

6 novembre 2003 Quella degli imprenditori è una categoria un po’ bizzarra.
Ultimamente ce l’hanno con la Cina che copia i nostri prodotti
e grazie anche al costo del lavoro molto più basso li ripropone a prezzi per noi
irraggiungibili.
Qualcuno è anche andato in televisione per mostrare a tutti
che quel tale prodotto l’ha trovato perfettamente uguale a una fiera
internazionale: solo che costava un terzo.
Ovviamente veniva dalla Cina.

I nostri imprenditori improvvisamente si sono accorti che la
pirateria è un danno
e che, se non si può fare nulla contro il basso
costo del lavoro cinese, bisogna che il governo o le organizzazioni
internazionali si impegnino contro chi li imita lucrando sui loro investimenti
in design o tecnologia.
Ineccepibile, se non fosse che gli stessi
imprenditori (non tutti ovviamente) hanno nei loro pc spesso programmi copiati.

L’Italia, ricorda la Business software alliance che
combatte il fenomeno delle copie illegali, continua a detenere una percentuale
molto alta (sopra il 40%) di copie contraffatte.
E non stiamo parlando di
videogiochi, ma di programmi professionali come Office o Autocad che vengono
regolarmente copiati soprattutto da quelle piccole e medie imprese tanto restie
a investire in nuove tecnologie e che sono pronte a lamentarsi dei cinesi che
copiano.
Un’edizione riveduta e corretta di quel “familismo amorale” che
indica in sostanza la prevalenza del clan rispetto alle regole, o ennesima
manifestazione di quella doppia morale che permette la tolleranza di
comportamenti non perdonati ad altri.
Segliete la definizione che preferite,
di certo c’è che prima di lamentarsi contro il pericolo giallo qualcuno dovrebbe
controllare il proprio pc.

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