Packard Bell entra in distribuzione

Siglato con Esprinet l’accordo per la vendita dei prodotti che fanno capo alla business unit del Gruppo Acer

È arrivato il momento della distribuzione per Packard Bell.
Oggi business unit all’interno del Gruppo Acer, questo storico marchio che conta cinque categorie di prodotto (desktop, notebook, netbook, monitor e hard disk esterni) ha scelto Esprinet per distribuire i propri prodotti presso i consumer electronics shop e i mass merchandiser, ma anche presso i pc shop, nuovo canale per l’azienda con l’obiettivo, a regime, di reclutarne un migliaio.
La decisione di entrare nel mondo della distribuzione forse era scontata se si pensa alla strategia indiretta di Acer. «Abbiamo infatti seguito la filosofia del gruppo di cui siamo parte da marzo del 2008 – spiega Marco Cappella, country manager di Packard Bell. Ci sono indubbi vantaggi nell’appoggiarsi a un distributore, anche se per noi si tratta solo di un supporto logistico, in quanto il rapporto commerciale con i retailer lo seguiamo direttamente. Poter contare su un hub locale, comunque, riduce tempi di attesa dal momento dell’ordine all’arrivo della merce, non paragonabili a quanto accadeva prima».

Packard Bell non è l’unica bu di Acer. Le altre sono Acer consumer, Acer professional e Gateway. Una strategia globale multibrand visto che in ogni country, per lo meno nei principali Paesi in cui Acer è presente, ci sono due brand e non più uno solo. Come non creare conflitti o confusione?
«Il messaggio da lanciare è chiaro: Acer consumer è sinonimo di tecnologia, Packard Bell di immagine. Basta dare un’occhiata ai due prodotti desktop per i gamer. Acer Aspire Predator e iPower di Packard Bell. Pur non rinunciando alla potenza, quelli targati Packard Bell hanno un’immagine più curata, quasi raffinata, più di stile. Chi sceglie Acer, invece, sceglie prodotti con l’ultima tecnologia, più funzionali che d’immagine». In altre parole un marchio a seconda delle caratteristiche del target di riferimento, ma senza svilire la fascia bassa dei prodotti, «un po’ come è successo ai marchi del Gruppo Fiat: le automobili Alfa Romeo (più prestanti), Lancia (più di immagine), Fiat (per la famiglia)» spiega Cappella.

Nel 2008 Packard Bell ha fatturato 80 milioni di euro e prevede di arrivare a circa 110/120 milioni entro l’anno.

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