Opportunità e incertezze del sorgente libero

Cresce il numero di applicativi Erp open source disponibili, a testimonianza dell’interesse degli utenti

Quella del software open source è una scelta che si sta progressivamente diffondendo, sia nelle aziende che presso le amministrazioni pubbliche. Per molti è visto come un modo efficace per abbattere i costi di acquisizione ed esercizio, in genere molto più contenuti rispetto a quelli delle tradizionali applicazioni a licenza. È, infatti, sufficiente registrarsi ai diversi siti delle comunità open source per poter scaricare gratuitamente il software e installare la versione desktop o, laddove sia già stata sviluppata, iniziare a utilizzare quella Web. La disponibilità del codice sorgente permetterà a chiunque abbia un minimo di conoscenza di sviluppo soft­ware di creare le personalizzazioni del caso, sfruttando gli innumerevoli blog presenti in rete come utile fonte di informazione a supporto. In alternativa, ci si potrà rivolgere alle tante società di servizi nate negli ultimi anni per offrire integrazione e specifiche personalizzazioni. Le soluzioni a codice aperto sono disponibili come tecnologie ormai mature nella maggior parte degli ambiti applicativi, dal database al data warehouse, dal Crm alla sicurezza, dal VoIp fino all’integrazione legacy. Alcuni ritengono che la qualità dell’open source sia addirittura superiore a quella del software proprietario, in virtù dei processi piuttosto rigorosi di codifica, identificazione e correzione dei difetti, stesura della documentazione del progetto, nonché validazione e rilascio delle patch che le comunità più serie impongono ai progetti sostenuti.

L’introduzione di un nuovo gestionale, attività di per sé piuttosto complessa e che investe quasi tutti i processi aziendali, richiede la disponibilità in azienda di capacità che non sempre sono presenti, specie nelle Pmi. L’Erp a sorgente libero permette a questa categoria di utenti di ovviare in parte a questo inconveniente. Consente, inoltre, di cambiare fornitore di servizi in qualsiasi momento, affrancando le aziende dalla dipendenza dal vendor. Infine, la disponibilità del sorgente permette di copiare, installare su più postazioni di lavoro, replicare sul des­ktop di casa l’applicazione, senza rischiare multe o cause giudiziarie come avviene per il software a licenza. Sul portale di SourceForge, un vero e proprio “contenitore” online, che raggruppa diverse centinaia di iniziative “free” nei più svariati ambiti applicativi, sono attualmente presenti 674 progetti Erp, a testimonianza dell’interesse crescente che questo tipo di applicazioni sta riscuotendo. Evaristo, FreeErp, JProject-Open, Kahemba, Opentaps, OpenCrx, Pentaho, Tutos, webErp e Yuza sono le soluzioni più note. Non tutte sono localizzate, ovvero disponibili in lingua italiana come accade, invece, per Compiere, Geco, Kgest, Mosaico e Phasis, cosa questa che va tenuta in debito conto e che potrebbe renderne più difficile l’utilizzo. Per alcuni, come nel caso di Yuza, sono state sviluppate verticalizzazioni specifiche, disponibili a pagamento, per settori come la cosmesi o gli studi medici. È, invece, erogato anche in modalità “a servizio” Erp5 (costo minimo circa 15 euro mensili), che si rivolge al pubblico della media azienda. Per tutti, l’aspetto più rilevante è la facilità di utilizzo, sulla quale si muovono tutti gli sviluppatori aderenti ai vari progetti legati al software libero. Il grosso punto interrogativo è l’aggiornamento sul lungo periodo di questa categoria di soft­ware. Non essendo oggetto di interessi commerciali precisi, infatti, il progetto che sostiene una particolare applicazione potrebbe prendere delle traiettorie di sviluppo non in linea con gli interessi dell’azienda che lo ha adottato, oppure potrebbe addirittura esaurirsi, come è già accaduto in passato.

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