Operazioni digitali: dividendo il divide

I soldi per lo switch-off italiano vanno in tasche estere. Forse in due rate gli 800 milioni per la banda larga. Ma i canali alti del DTT saranno a spese delle TV private. Cronaca del BBF/Expo Comm di Roma.

Uno dei principali argomenti italiani degli ultimi giorni è lo switch-off, ovvero il passaggio integrale dalla TV analogica a quella digitale. Roma, propagandata come la prima capitale europea a fare questo passaggio (ma Berlino l’aveva preceduta, anche se in condizioni diverse), era la cornice ideale per ospitare ancora il BBF/ExpoComm, quest’anno ospitata nei locali della Nuova Fiera il 24 e 25 novembre.
Proprio il digitale terrestre è un’altra occasione imprenditoriale persa dagli italiani, Governo ed aziende.
“Per il DTT, al 2012 le famiglie italiane avranno speso in decoder circa 4 miliardi di euro”, snocciola Stefano Ciccotti di RayWay, “di cui in Italia resterà solo qualche punto percentuale”, perché di decoder non ne produciamo.
Ma c’è di più: per la stessa data, “i broadcaster avranno speso un miliardo di euro, di cui al al massimo un terzo sarà restato in Italia”, rincara Ciccotti, dato che non produciamo neanche ripetitori.
Luigi Gambardella di Etno, l’organizzazione dei “non allineati” tra i quali Fastweb, Tiscali, Wind e Vodafone rete fissa, valuta in almeno 20 miliardi (ma potrebbero essere 50) i servizi erogabili sulla banda liberata dal dividendo digitale, purché arrivi in fretta, armonizzata tra nazioni e dedicata a nuovi servizi.
L’argomento centrale della mattinata è stato il “dividendo digitale”, la porzione di banda UHF che si libererà per nuovi servizi wireless e televisivi con il passaggio al digitale terrestre. Quel passaggio dovrebbe essere completato nei Paesi membri entro il 2012, e l’Italia cercherà di adeguarsi entro l’inizio di quell’anno.

Dal dividendo al divide
Sembra un discorso già sentito, ma avere a disposizione banda passante non vuol dire saperla riempire di contenuti.
“La velocità tecnologica è molto maggiore di quella dei contenuti”, ha confermato Giampaolo Rossi di RaiNet.
A proposito di banda larga, Paolo Romani, viceministro per lo Sviluppo economico, era presente alle keynotes di apertura. Nell’occasione ha confermato che i chiacchierati 800 milioni di Euro necessari per far partire la riforma arriveranno, magari suddivisi in due tranches di pari entità.
La speranza è che alcune frequenze (790-862 MHz) possano essere usate per nuovi servizi tra i quali la diminuzione del digital divide. La situazione però non è semplicissima, perché non tutte le nazioni hanno la stessa situazione radio. In particolare l’Italia, con il fenomeno delle TV private -condiviso con le altre nazioni mediterranee-, sottrarrebbe risorse determinanti ad un settore consolidato. “Se poi le private devono stare su un canale numerato tra 700 ed 800”, ovvero mai premiato dalla curiosità degli utenti, “questa rivoluzione del DTT noi non vogliamo farla”, ha concluso Fabrizio Berrimi di Aeranti, l’associazione che raggruppa le emittenti private italiane.

Pensare al 2010
Di Ngn, next generation network, si parlerà nel secondo giorno di ExpoComm, in un panel che viene annunciato ricco di relatori istituzionali e povero di carrier. Questo elemento è emblematico della attuale situazione economica e può aprire una riflessione conclusiva sulla manifestazione.
Siamo in tempo di crisi, quando le spese di promozione sono le prime ad essere tagliate e le fiere ne risentono moltissimo. Nonostante l’impegno dell’organizzazione (EJ Krause, Fiera di Roma e Wireless), la seconda edizione della manifestazione è sembrata decisamente povera ed affaticata.
“Manifestazioni di questo tipo servono ancora per dare visibilità al brand”, ha detto Antonio Baldassarra, Ceo del provider Seeweb e relatore nel panel sul Cloud Computing; “per raggiungere nuovamente gli obiettivi d’una volta andrebbero completamente ripensati”.
“Abbiamo messo a contatto componenti che spesso non si parlano e che qui hanno comunicato e anche fatto affari”, ha commentato Gianluigi Ferri, organizzatore di BBF.
La crisi economica continua a seguire il suo iter, mostrando qualche segno positivo e tra un anno le cose potrebbero essere ben diverse. L’appuntamento per la terza edizione di BBF/ExpoComm è dal 30 novembre al 2 dicembre 2010.

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