Mobile payment business del futuro

Movenda è una realtà romana, specializzata in servizi mobili e sim card, (partecipata per il 25% da Telecom Italia), che collabora anche con l’università La Sapienza di Roma (con il Mobile & Wireless Lab di Cattid e la facoltà di ingegneria) per svilup …

Movenda è una realtà romana, specializzata in servizi mobili e sim card, (partecipata per il 25% da Telecom Italia), che collabora anche con l’università La Sapienza di Roma (con il Mobile & Wireless Lab di Cattid e la facoltà di ingegneria) per sviluppare prototipi di nuovi prodotti e servizi per i clienti.

Il fondatore e attuale amministratore delegato, Marco Rossi, laureato in fisica, con un’esperienza alle spalle da ricercatore al Cnr, prima ancora a 28 anni ha fondato Alphanet, poi confluita in Ds Labs, consociata di Ds Data Systems, poi acquisita da Sema Group, l’attuale Atos Origin. «Ho iniziato con Alphanet in parallelo alla collaborazione col Cnr perché non volevo fare la fine dei miei colleghi ricercatori che, in attesa della borsa di studio che non arrivava mai, vivevano ancora a 40 anni con i genitori – afferma Rossi -. Con Alphanet, che offriva servizi di consulenza alle aziende che si volevano avvicinare a Internet, guadagnavo in due giorni quello che al Cnr guadagnavo in un mese».

Rossi, tuttavia, è uscito da Sema Group e ha fondato Movenda. Oggi le idee che sviluppa possono essere proposte al cliente o viceversa: dopo una prima analisi di fattibilità di un nuovo progetto, condotta internamente, procede con lo sviluppo presso l’ateneo e successivamente, una volta che il prototipo è diventato prodotto, presso il cliente stesso. Movenda sta lavorando su due fronti: il mobile payment e il monitoraggio dei livelli di qualità dei servizi mobili. Il mobile payment, secondo Rossi, è il business del futuro, che vedrà la collaborazione sempre più stretta tra operatori mobili e banche. Per Telecom Italia, Movenda ha sviluppato il protocollo Zigbee, che consente a vari device di comunicare tra loro a breve distanza. Il chip basato su standard Zigbee è stato inserito nelle sim card, in modo da rendere possibile effettuare transazioni sicure utilizzando il server dell’operatore. Piccole transazioni come il pagamento della sosta nel parcheggio, del biglietto dell’autobus o del cinema. Si avvicina il telefono, o meglio la sim, al dispositivo collegato al server Zigbee, che riconosce la sim e la collega alla targa dell’auto per esempio. Su richiesta, si dà l’ok prima al conteggio dei minuti di permanenza e, in uscita, alla fine della sosta. La spesa viene scalata dal credito della sim.

«Quando anche i circuiti di servizi interbancari e carte di credito apriranno i loro server a tali soluzioni, ci sarà la svolta – osserva Rossi – perché non si faranno più solo micropagamenti. Però bisognerà vedere quanto saranno disposti a perdere una quota del loro business. Questo modello di pagamento è l’idea che sta seguendo Poste Mobile, che ha precorso i tempi, avvantaggiata dal fatto di integrare servizi postali, finanziari e di telefonia mobile».

La sicurezza delle transazioni è il fattore più critico in questo tipo di business, criticità che può essere fronteggiata lavorando sui livelli di qualità del servizio. Movenda ha sviluppato M3 (Movenda mobile monitor), una soluzione Web based specifica per gli operatori di telefonia mobile che vogliono monitorare la qualità dei servizi erogati sulla rete, dagli sms alle e-mail, dagli mms al traffico voce e dati. Vengono sistemati dei modem nelle varie sedi italiane degli operatori, tecnicamente work station con modem collegati al server centrale. Il server centrale genera un volume di traffico simulato sulla rete inviando sms, telefonate vocali, mms da un modem all’altro. Si “cronometra” il tempo necessario medio che l’informazione impiega ad arrivare da un punto a un altro e, se tale tempo è superiore a 3 secondi, viene individuato il punto in cui si è verificato il blocco, per poi intervenire e ripristinare i livelli di sicurezza. «Posizionando dei modem nelle sedi all’estero – spiega il manager – M3 è utile anche per controllare il traffico in roaming ma potrebbe essere una buona soluzione anche per fare benchmarking: basta utilizzare le sim dei concorrenti, misurare il loro standard di qualità e confrontarlo col proprio. La parte che ci ha impegnato di più è stata la grafica dell’interfaccia, che abbiamo reso il più intuitivo possibile, passando dal concetto di “facciamo innovazione semplice e gradevole” per l’utente finale, in modo tale che la soluzione si faccia marketing da sola. Quello che l’utente si trova davanti è una schermata di Xp, che a nostro parere rimane il sistema operativo più user friendly e non necessita di formazione».

Lo step successivo, su cui Movenda già sta lavorando, è quello di portare un intero sito Web nelle sim card high capacity, quelle cioè in grado di archiviare 1 giga di dati. In pratica sarà possibile navigare in tutte le pagine del sito anche in modalità offline, azzerando i costi di connessione. Per l’aggiornamento servirà la collaborazione tra operatore e content provider, che dovranno provvedere all’update dei contenuti senza che l’utente finale se ne renda conto e soprattutto senza costi aggiuntivi. «Abbiamo iniziato da un anno a lavorare su questa applicazione, che potrebbe avere delle grandi potenzialità di sviluppo, soprattutto per la possibilità di erogare servizi mobili offline – conclude Rossi -. Si potrebbero scaricare loghi e suonerie senza pagare la connessione o ancora, lavorando sulla sincronizzazione webmail e scaricare gratuitamente i messaggi di posta elettronica».

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