Microsoft sceglie il lavoro flessibile

L’inaugurazione della nuova sede di Peschiera Borromeo è l’occasione per lanciare ufficialmente il “New World of Work”. Uffici virtuali, flessibilità di tempi e spazi: un approccio nuovo che ha implicazioni economiche, ecologiche ed etiche.

Lo chiamano il New World of Work e sarebbe troppo riduttivo ricondurlo all’inaugurazione di un nuovo building.

Perché per Microsoft, il trasferimento nella nuova sede nel Parco Agricolo Sud, nel Comune di Peschiera Borromeo, alle porte di Milano, in realtà coincide con la nascita di un modo nuovo di concepire e vivere l’organizzazione aziendale e con l’assunzione di un preciso impegno di risparmio energetico e di responsabilità ambientale.

Per una volta l’Italia non è fanalino di coda nell’adozione e nell’implementazione di un progetto innovativo: il nostro Paese è il terzo, dopo Francia e Olanda, a scegliere la formula dell’Innovation Campus e della flessibilità nei tempi e nei luoghi di lavoro.
Una formula che in Olanda è già risultata premiante: consentire ai dipendenti di gestire in autonomia sia il tempo sia il carico di lavoro, riducendo nel contempo spostamenti e viaggi, si è tradotta in una crescita del 50 per cento delle vendite e di una riduzione del 21 per cento delle emissioni di anidride carbonica e gas serra rispetto a quattro anni fa, con l’obiettivo di arrivare a un 30 per cento nel corso del 2012.

Concorrono alla fattibilità del progetto sia la nuova sede, sia gli strumenti tecnologici messi a disposizione da Microsoft ai suoi dipendenti e collaboratori.
La sede si estende su una superficie di 50.000 metri quadri, comprende uffici open space, in linea con la filosofia di virtualizzazione del posto di lavoro, sale riunioni flessibili e modulari, sale conferenze e training, un auditorium e ancora palestra, ristorante, minimarket, parcheggi interrati.
Quanto agli strumenti di lavoro, oltre ai classici tool per la produttività personale, un ruolo importante hanno gli strumenti di collaborazione, da Live Meeting a Windows Phone, da
Lync Server 2010 a SharePoint online, arrivando naturalmente a Office 356 e Exchange Online.

A Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft Italia, abbiamo chiesto quanti dipendenti sono coinvolti nel progetto.

“In realtà – ha risposto – sono interessate tutte le persone che lavorano nelle due sedi principali di Milano e Roma, dove Microsoft ha cambiato uffici già nel 2009. In totale si tratterà di circa 900 dipendenti e collaboratori a cui verranno offerti la possibilità e gli strumenti tecnologici per far parte a 360 gradi di questo nuovo mondo”.
La transizione, secondo Scott Jovane, sarà veloce, anche perché il progetto nasce “da un’analisi approfondita dello scenario economico attuale e da uno studio puntuale sui punti chiave” necessari per affrontare una situazione ancora mutevole.
“Non c’è tempo da perdere – prosegue il manager – bisogna sapere interpretare il cambiamento in maniera pronta e proattiva. I miei colleghi sono già pronti per cogliere questa nuova opportunità fin da subito”.

Non si stupisce, Scott Jovane, di come questo cambiamento di fatto coinvolga un Paese come l’Italia, generalmente percepita come restia verso queste novità, sia per ragioni culturali.
”Abbiamo puntato sulle persone, con la convinzione che le aziende destinate ad avere successo saranno quelle dotate dell’elasticità intrinseca necessaria per cambiare in linea con le preferenze lavorative dei dipendenti e i trend esterni. Ovviamente, prima di procedere ad un cambiamento così radicale, abbiamo sviluppato numerosi studi sia interni che esterni”.
A rafforzare l’azienda nella convinzione della correttezza di questa scelta arrivano anche i risultati di uno studio sul lavoro flessibile realizzato da Vanson Bourne e condotto su 1.500 dipendenti di 15 nazioni europee, appartenenti ad aziende di dimensioni e settori diversi. Il 73 per cento degli interpellati ritiene che la flessibilità sul lavoro inciderebbe sulla qualità della propria vita personale, mentre quattro dipendenti su dieci hanno affermato che la flessibilità influirebbe sulla decisione di accettare o meno un determinato posto di lavoro.
”Abbiamo creato una cultura aziendale basata su fiducia e accesso alle tecnologie. Fornire alle proprie persone l’opportunità di lavorare con flessibilità pone le aziende di fronte a due sfide: fare in modo che il personale possa accedere alla tecnologia adatta supportata da un’adeguata assistenza IT e creare una cultura di fiducia che renda i dipendenti produttivi anche al di fuori delle mura aziendali. E’ una sfida possibile”, conclude Pietro Scott Jovane.

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