Microsoft, Dell e l’acquisizione che non c’era

Errare humanum est, proliferare diabolicum. Ovvero come un errore di interpretazione diventa notizia, ma solamente in Italia.

Certo non è semplice capire che cosa è successo.
Perché sarebbe bastato andare alla fonte.
Effettuare quel doppio controllo, o magari quel ”fact checking” che solamente qualche giorno fa proliferava come buzz word su tutti i social network.

Perché i titoli, per non parlare degli articoli, non davano adito a dubbi.
Dell Enters Into Agreement to Be Acquired By Michael Dell and Silver Lake (Dell raggiunge un accordo per essere acquisita da Michael Dell e da Silver Lake) si legge sul comunicato stampa ufficiale emesso nel pomeriggio di ieri da Dell.
Dell to Sell Itself for $24.4 Billion (Dell pronta a vendersi per 24,4 miliardi di dollari), racconta a sua volta Wall Street Journal, che nel sommario in home page parla, senza che vi sa spazio per differenti supposizioni, di un’operazione che punta alla privatizzazione dell’azienda.
Non basta ancora?

Dell to go private in landmark $24.4 billion deal e Dell Taken Private as PC Slump Hastens $24 Billion Buyout citano rispettivamente i titoli di Reuters e Bloomberg.

Nessuna fonte tuttavia – e sottolineiamo nessuna – parla di una Dell acquisita da Microsoft. Invece questo è stato il tam tam che a un certo punto del pomeriggio ha iniziato a risuonare in rete, complici un paio di articoli su rinomate testate nazionali e un abbondante numero di ribattute, rilanci e citazioni.

Chiariamo subito.
Dell non è stata acquisita da Microsoft.
L’operazione è tecnicamente un delisting, vale a dire una privatizzazione: la società, Dell, di nuovo non Microsoft, ha scelto di non essere più quotata in Borsa e ha di fatto riacquistato tutte le azioni circolanti, con l’aiuto di una società di private equity, che insieme a lei ha messo insieme i 24,4 miliardi di dollari necessari a portare a compimento l’operazione.

Microsoft c’entra, certo. Ma in una misura molto limitata, dal momento che ha deciso di entrare nella cordata con un investimento di 2 miliardi di dollari pagati non in contanti, bensì con l’assunzione di parte della posizione debitoria di Dell.
Da qui a sostenere che di acquisizione si tratti ne corre.

Per altro, un paio di analisi in circolazione già c’erano e spiegavano chiaramente come con questa operazione di fatto Microsoft acquisti un punto di osservazione privilegiato su un comparto, quello dei pc, in questo momento messo in crisi dai tablet e da altri connected device. Microsoft Buys Insight on PC Maker’s Rebirth, commenta di nuovo Wall Street Journal, evidenziando come né Dell né Silver Lake avessero bisogno dei soldi di Microsoft per portare a termine l’operazione, mentre altre chiavi di lettura sono proposte da Business Insider.

Cosa è successo allora?
A voler essere generosi, siamo ai soliti problemi degli italiani con le lingue straniere e l’inglese in particolare: parole come delisting, buyout e buy-in hanno significati oscuri, per cui nell’incertezza si improvvisa.
In ogni caso John Peter Sloan può stare tranquillo: il lavoro nel nostro Paese non gli mancherà mai.

A voler essere severi, la colpa è quella dell’approssimazione: nella fretta di non bucare la notizia la si rilancia senza perder tempo a verificarla. Basta una fonte. Una sola. Il resto è tempo perso.
A voler essere filosofi è una sineddoche. La parte per il tutto. Ma non sempre in economia funziona

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