L’iPad e gli altri

Se cadono i confini fra le categorie, cosa siano i prodotti lo decide chi li usa.

Quando arrivano gli altri? E cosa accadrà quando arriveranno? Ci sarà posto per tutti? Qualcuno lascerà? Sembrano domande tratte da Lost, in realtà ce le siamo poste osservando la situazione pad-tablet.
Possibile che gli altri produttori lascino campo libero a Apple su una fascia di mercato che è vero che non è ancora definita ma che, appunto, perciò necessiterebbe di un presidio più serrato?

A inizio anno Hp annunciò lo slate pc per provare a distogliere l’attenzione dall’imminente iPad. Ma la diversione durò poco, anche perché Apple il suo progetto l’ha tradotto tosto in realtà.
Con la gente che ancora si chiede a cosa realmente serva, ma che comunque lo compra e lo usa, gli altri paiono latitare.
Forse sarà il caso del primo dispositivo tecnologico la cui finalità d’uso quotidiana sarà decisa dall’utente e non dal produttore.

Dello slate, che era stato anche dato per finito ancor prima di iniziare, ora si apprende che Hp ne avrebbe in catalogo addirittura otto modelli.
Sempre Hp, fresca di acquisizione di Palm, ha depositato l’evocante marchio PalmPad. Qualcosa si muove, dunque. Ma i prodotti vanno ancora visti e anche il resto dei produttori deve poter dire la propria parola.

Quando saranno pronti, comunque, il vero confronto andrà fatto sul prezzo. Gli alti costi della tecnologia in passato hanno rallentato il cammino degli strumenti innovativi.

Ora c’è da stabilire quando sarà il loro momento di diventare commodity, magari anche con una trasformazione funzionale, un po’ come è accaduto ai notebook con i netbook.

A tal proposito, manca ancora Apple su questo fronte. O forse no: si vocifera che il nuovo MacBook Air, più piccolo e sottile, possa essere annoverato alla schiera. Ma anche qui: cosa fa di un computer un netbook? La dimensione, la funzione o il prezzo?

Si ha la sensazione che dopo la fine della storia, preconizzata da Fukuyama, della politica e delle barriere economiche (complice la globalizzazione), possa esserci anche quella delle categorie di prodotto, destinate a mischiarsi in un milieu di funzioni. Così che la nuova regola sarebbe: è chi lo usa che decide cosa un prodotto è.

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