L’e-procurement si fa strada negli acquisti

Il 55% delle aziende medio-grandi, segnala una ricerca Aberdeen Group, adotta soluzioni di questo tipo

Internet, e in particolare l’e-procurement, ha un ruolo sempre più importante nel garantire gli approvvigionamenti delle aziende. Lo conferma una ricerca elaborata da Aberdeen Group e presentata nel corso del primo Chief Procurement Officer Forum (12 e 13 Giugno, Milano) di Business International e The Economist, evento dedicato alla community dei Cpo italiani che ha analizzato le tematiche emergenti nel mondo degli acquisti, con particolare riferimento alle tecnologie più innovative applicate alla funzione acquisti e al ruolo dell’outsourcing nel procurement(ovvero l’attività di approvvigionamento da parte di un’azienda). La globalizzazione, la necessità di adeguarsi alle normative, i rischi di mercato connessi ai processi di approvvigionamento e l’automazione del procurement hanno infatti contribuito negli ultimi 10 anni a trasformare la funzione acquisti all’interno delle aziende. Per questo motivo le società medio grandi hanno ormai istituzionalizzato la figura del Cpo.
 
La ricerca Aberdeen
Lo studio di Aberdeen Group, condotto sui responsabili degli acquisti di oltre 350 aziende internazionali ed europee attive in vari settori industriali, ha confermato l’importanza della tecnologia per i Cpo, che il 42% delle aziende più avanzate in materia di approvvigionamento (definite come ‘best in class’) e il 47% di tutte le altre indica come priorità nella propria agenda per i prossimi tre anni. In particolare l’e-procurement, il sistema di approvvigionamento di una organizzazione basato su Internet, appare la soluzione tecnologica più utilizzata dalle società intervistate (55% del campione). In settori molto frammentati e competivi, un’interfaccia web permette infatti di selezionare con più precisione i fornitori, con vantaggi che possono esseere significativi in termini di risparmio di tempo e, soprattutto, di costi. Dietro l’utilizzo dell’e-procurement ci sono le applicazioni per l’analisi delle spese (48%) e l’e-sourcing (42%).

L’importanza della pianificazione
Se invece si considerano i piani di investimento in tecnologie per i prossimi 24 mesi, al primo posto risultano le applicazioni per la gestione dei contratti (38%), seguite subito dopo dai portali o dalle reti per gestire i rapporti con i fornitori (34%) e dalle soluzioni di pagamento elettronico (32%).
Dalla ricerca emerge anche una correlazione positiva tra gli investimenti per migliorare i processi di procurement e le performance aziendali. Il 58% delle aziende ‘best in class’ dichiara di avere piani strategici pluriennali per la gestione del procurement, a riprova del fatto che una pianificazione a lungo termine risulta spesso la strategia più efficace. Altro dato interessante evidenziato dall’indagine è quello relativo ai fattori motivazionali dei Cpo: al primo posto la maggioranza degli intervistati ha posto il raggiungimento dei propri obiettivi (74%), seguito da bonus e incentivi (67%).

Il procurement outsourcing
Sempre nell’ambito del convegno organizzato da Business International, Stefano Dettori, di Everest Research, ha analizzato il fenomeno del procurement outsourcing, che consiste nell’esternalizzare l’acquisto dei materiali indiretti (quelli che non confluiranno nel prodotto finito) quali marketing e comunicazione, logistica, prodotti per ufficio, facilities. «Il Procurement Outsourcing è un mercato in espansione, il cui sviluppo è sostenuto in particolar modo dalle innovazioni tecnologiche. I benefici che ne derivano sono molti e vanno dal risparmio in termini di costi dei materiali indiretti, che oscilla tra l’8 e il 12%, alla possibilità per l’ufficio acquisti di concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto, come l’acquisto dei materiali diretti e il demand management, fino alla maggiore standardizzazione e al rispetto della compliance».

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