L’e-commerce nel 2009 continuerà a viaggiare a +30%

La crisi economica in atto, secondo una ricerca Casaleggio Associati, non frenerà lo sviluppo del commercio elettronico in Italia

Una crescita del 30% può bastare? Alle aziende italiane impegnate nel commercio elettronico evidentemente sì, specialmente in un momento di crisi come quello attuale. Questo mercato, secondo la ricerca realizzata da Casaleggio Associati “e-commerce in Italia 2009”, ha infatti raggiunto nel 2008 un fatturato pari a 6,4 miliardi di euro, il 31% in più rispetto al 2007. Il dato è un po’ più elevato rispetto a quanto previsto alcuni mesi fa da un’analoga indagine del Politecnico di Milano, che però sottolineava come con tassi di sviluppo di questo livello (allineati cioè a quelli dei principali paesi europei, molto più avanti rispetto all’Italia in questo campo) il gap nazionale nell’e-commerce sarebbe inevitabilmente aumentato.

Per gli imprenditori il bicchiere è mezzo pieno
Il commercio elettronico italiano, insomma, assomiglia tanto a un bicchiere che a seconda della prospettiva può essere visto come mezzo pieno o mezzo vuoto: da un punto di vista del sistema paese è probabile che recuperare il nostro divario sia estremamente complicato, ma in un’ottica aziendale è difficile non essere soddisfatti di un settore che dal 2004 aumenta ogni anno il suo fatturato complessivo di circa 1,5 miliardi di euro. A trainare l’e-commerce italiano nel 2008, secondo il rapporto Casaleggio Associati, sono state in modo particolare le scommesse on line, cresciute a tre cifre nel 2008. Il cuore del commercio elettronico nazionale rimane sempre il turismo che però, a differenza del rapporto del Politecnico di Milano, vale meno della metà (49,8%) del giro d’affari complessivo degli acquisti via Internet.

Le caratteristiche strutturali
L’e-commerce italiano (che rappresenta ormai lo 0,68% delle vendite complessive al cliente finale, contro lo 0,49% del 2007) si affida principalmente ai vettori espresso per recapitare gli oggetti fisici ai suoi clienti: Bartolini ha rafforzato la sua leadership di mercato (23%), seguito da Sda (18%) e Tnt (17%). Il ruolo dei servizi postali, molto sviluppato in altri paesi, in Italia è più limitato: Poste italiane gestisce infatti solo il 14% delle consegne. Per farsi conoscere dal pubblico, gli operatori di commercio elettronico puntano ovviamente sul canale Internet: il classico keyword advertising pesa per il 27% del budget pubblicitario, l’e-mail marketing per il 15%, l’ottimizzazione sui motori di ricerca per il 14%. Molto scarso, invece, l’utilizzo dei mezzi di comunicazione tradizionali, in realtà adoperati solo da pochi attori: la stampa vale il 10%, la tv il (2%) e la radio appena l’1%.

Lo sviluppo non si arresta
Le aspettative per il 2009 tratteggiate dal rapporto Casaleggio Associati sono positive: molti produttori di beni e servizi stanno decidendo di entrare sul mercato per vendere direttamente al cliente finale. Gli effetti della crisi economica sull’e-commerce saranno molteplici: già in questi mesi i consumatori on line si sono dimostrati molto più sensibili alle promozioni e agli sconti, un fattore che potrebbe comprimere i margini di guadagno degli operatori. Allo stesso tempo la recessione ha però permesso agli attori più importanti di ricontrattare al ribasso le offerte dei fornitori di servizi (con qualche rischio sul fronte della qualità dei servizi). Per quanto riguarda l’incremento di fatturato del settore, la crescita attesa dovrebbe essere simile a quella dello scorso anno (nell’ordine del 30%), grazie a un ottimo andamento del turismo (+81%), della casa e arredamento (+27%), della moda (+27%) e del tempo libero (+24%).

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