L’Artigiano ce l’ha fatta. In Corea

Il brevetto per l’energia dal moto ondoso ignorato in Italia viene apprezzato all’estero. E adesso è pronto per tornare a casa

Ricordate l’Artigiano? Aveva l’idea ma non i soldi. E si era arrabbiato per una nostra notizia che parlava dell’ennesimo finanziamento per le piccole imprese. Ma di che parlate? Alla fine ottenere questi soldi è praticamente impossibile, era stato il suo sfogo. E da lì partì per raccontare una storia dove il vero problema era la dimensione d’impresa. Troppo piccolo, lui lavora da solo, per ottenere finanziamenti, attenzione da parte delle università.


Questo vale però per l’Italia. All’estero sembra sia tutto diverso. Infatti l’Artigiano i soldi è andato a trovarli in Corea. E racconta:


“Pochi giorni orsono, al “Korea green energy show” di Seoul, fra i vari stand, una nuova piccola azienda coreana, la K.I. Energy Co. ha presentato nel suo stand un’idea proveniente dall’Italia, e che sarà interamente realizzatain Corea, da personale locale”.



Si tratta del sistema che l’Artigiano ha presentato nel precedente articolo, e che ha riscosso un certo interesse per la sua elevata produttività, “superiore a eolico e fotovoltaico e a qualsiasi altro sistema attualmente utilizzato”, i manager della più grande società di gestione dell’energia in Corea, (che conta anche alcune centrali nucleari), oltre a una nutrita folla di persone qualificate provenienti da India, Giappone, Egitto, Australia e altri Paesi


hanno voluto documentarsi su questa nuova tecnologia. Degli universitari coreani intendono realizzare una tesi su questo nuovo sistema che ha addirittura riscosso l’interessamento dell’ambasciata italiana a Seoul nonché dei responsabili dell’Ice (Istituto per il commercio estero).



Ignorato in Italia il brevetto dell’Artigiano, per ironia della sorte, riscuote attenzione quando va all’estero e viene presentato da un’azienda coreana



L’azienda, prosegue l’Artigiano, non produrrà sistemi da vendere, ma è interessata a installare farms e a vendere l’energia prodotta col moto ondoso, inassenza di produzione di Co2.



E visto che la piccola azienda coreana può avere bisogno d’aiuto, i responsabili per l’innovazione e relativo ufficiobrevetti presenti in fiera hanno dato indicazione per la certificazione dei sistemi di produzione e hanno già inviato loro incaricati per aiutare la piccola K.I. Energy nella realizzazione dei suoi progetti, dando consigli, suggerendo i documenti da presentare, evidenziando le possibilità di sviluppo e finanziamento.



“Non è da escludere – conclude – che i sistemi del piccolo artigiano, un domani, vengano installati per la produzione d’energia anche in Italia, nazione molto stimata e rispettata in Corea per le sue idee e capacità produttive e realizzative, anche se non comprendono come mai a loro sia offerta l’opportunità di sviluppare un sistema di questo tipo per la creazione di nuovi posti di lavoro nel campo delle energie rinnovabili, settore attualmente molto sentito in Corea, in relazione anche alla riduzione dell’inquinamento, alla necessità d’energia, a avere crediti per le imprese di Co2”.



Aspettiamo fiduciosi. Ora che la tecnologia italiana è stata ignorata in Italia ma valorizzata in Corea è pronta per tornare nel Belpaese. Che magari riuscirà a pagarla un po’ di più. Ma vuoi mettere l’energia che arriva dalle onde con brevetto coreano?

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