La tecnologia stereoscopica al servizio del punto vendita

Si chiama Showroom Stereo3D il progetto di Angaisa che sfrutta le tecnologie tridimensionali stereoscopiche e il marketing tradizionale per abbattere i costi.

Dal materiale al virtuale grazie alla stereoscopia tridimensionale. Ci ha pensato Angaisa, l’Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrosanitari, Climatizzazione, Pavimenti, Rivestimenti e Arredobagno che, nel corso della 37esima edizione di Mce – Mostra Convegno Expocomfort (di scena presso Fiera Milano fino al 27 marzo), ha presentato Showroom Stereo3D.

L’idea che ha preso corpo nella testa del past president dell’associazione, Stefano Riolfi, già un paio di anni fa, coniuga le tecnologie tridimensionali stereoscopiche e il marketing emozionale al fine di trasformare il modo tradizionale di allestire una classica sala mostra all’interno dei punti vendita dei propri associati e aiutarli in un momento di generale difficoltà economica.

«Per rispondere alle crescenti problematiche legate a showroom sempre più grandi e costosi, nonché a una tipologia di esposizione rimasta sostanzialmente immutata negli anni e alla crescente obsolescenza dei prodotti anche nel nostro settore – spiega Riolfi – abbiamo messo insieme una squadra di architetti che progetta questo genere di spazi e ci siamo rivolti al mondo dello spettacolo e della scenografia».

Ne è venuta fuori una partnership con il Laboratorio Pierpaolo Venier di Milano specializzato in exhibition and multimedial design che, partendo da modelli solidi creati con software Cad e poi renderizzati, è in grado di ricostruire a computer ambientazioni che, attraverso immagini stereoscopiche, tridimensionali e iperreali in Hd, divengono strumenti a supporto di attività di vendita e marketing.

Il risultato finale? Per Riolfi non ci sono dubbi: «È la possibilità di ridurre i costi sia dei produttori sia dei distributori dell’idrotermosanitario catturando l’attenzione di architetti e progettisti che possono veder contestualizzate in un’ambientazione virtuale che ricalca perfettamente la metratura a loro disposizione, soluzioni di diversi produttori».

Ma le opportunità, ci ha fatto contestualmente notare Pierpaolo Venier, non si fermano a questo settore. «Basti pensare alle catene della grande distribuzione legate al mondo del fashion che, dotate dei giusti spazi per allestire una black box all’interno della quale proiettare immagini tridimensionali ambientate, possono evitare di modificare ogni volta le proprie vetrine o risparmiare sugli spazi dedicati alle nuove collezioni. Oppure ai negozi di oggettistica e alle oreficerie che potrebbero, grazie alla stereoscopia, attuare anche a evidenti politiche di sicurezza».

Per i fornitori Ict, infine, di spazio sembra essercene. Il Laboratorio di Venier, che si avvale dell’azienda specializzata nella produzione, nel commercio e nel noleggio di apparecchi e impianti audiovisivi, Target Due di Padova, affidando all’omonima società di Alessandro Timpano la realizzazione delle immagini virtuali, sottolinea la necessità di rintracciare sul mercato «software per l’elaborazione delle immagini sempre più sofisticati sui quali creare immagini stereo».

Inoltre, la richiesta va anche a chi produce e rivende proiettori e monitor Lcd, mentre i rivenditori del settore informatico potrebbero prendere spunto da questa nuova iniziativa per proporre ai propri clienti un nuovo modo di intendere i propri punti vendita combinando oggetti reali con ambientazioni virtuali in una modalità, quella stereoscopica, che utilizza coppie di fotografie montate sullo stesso supporto che, visionate attraverso gli apposti occhiali così in voga nei cinema di nuova generazione, consentono una percezione tridimensionale degli oggetti rappresentati.

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