La lezione dei database. La spesa in infrastrutture fa riprendere quota

Nel 2003 i db sono cresciuti di oltre il 5%, invertendo la rotta rispetto all’anno precedente. Secondo Gartner, prima è Ibm, poi vengono Oracle e Microsoft. Classifiche a parte, emerge la spinta a un investimento in strutture abilitanti la Bi, con il data warehouse a fare da traino.

Gartner ha fatto il punto sul bell’andamento che hanno avuto i database nel 2003. Fatto sta che, secondo l’analista, il mercato mondiale degli Rdbms è cresciuto di oltre il 5%, passando dai 6,7 miliardi di dollari del 2002 a 7,1 miliardi di fatturato proveniente da licenze.


Crescita a una cifra, d’accordo, ma, comunque, crescita. L’anno precedente, invece, il mercato fece registrare un calo del 6% rispetto al 2001. Con l’ottica della classifica avulsa, quindi, si può dire che le performance dei produttori di database valgano doppio, essendo riusciti a riportare in trend crescente un settore di mercato fondamentale. Anche questo dato, quindi, va ascritto al capitolo “segnali positivi” riguardanti l’It.


Soprattutto perché, come osservato da Gartner, si tratta di un mercato fondamentalmente infrastrutturale e, quindi, propedeutico a ulteriori investimenti.


Il miglioramento globale della performance, infatti, va ascritto all’implementazione da parte degli utenti di progetti di data warehouse, per rendere diffuso in azienda l’utilizzo di applicazioni analitiche, ovvero, con lo scopo ultimo di migliorare il Tco delle operazioni di business. Siamo difronte, quindi, a un fenomeno di tecnologia di base applicata alla gestione aziendale, che produce un circolo virtuoso.


Non trascurabile, poi, secondo alcuni osservatori, l’effetto che sulla corretta tenuta e disponibilità alla consultazione dei dati aziendali hanno avuto i numerosi richiami istituzionali, un po’ a qualsiasi latitudine, che, per esempio, negli Stati Uniti si sono concretizzati con una norma precisa, il Sarbanes-Oxley Act.


Su un piano di valutazione più prosaico, poi, viene fatto notare dall’analista che la debolezza che ha contraddistinto l’andamento del dollaro durante il 2003 ha aiutato i grandi vendor, tutti eminentemente americani, a vendere Oltreoceano, e, quindi, ad aumentarne il fatturato.


Quanto alla classifica dei fornitori, Gartner mette al primo posto Ibm. Risulta essere di 2,5 miliardi di dollari il fatturato aggregato, prodotto dalla vendita di licenze di database Db2 e Informix, per una quota di mercato del 35,7%. Rilevante è il fatto che sia del 33,8% solo quella di Db2.


Oracle è in seconda posizione, a un’incollatura: il 32,6% del mercato, frutto di 2,3 miliardi di fatturato da licenze.


Al terzo posto, Microsoft, che nel 2003 ha venduto 1,3 miliardi di dollari di licenze di Sql Server, per ottenere il 18,7% del settore.

Un mercato “tripolista”


Il podio dei tre grandi crea un grande vuoto dietro di sé. Per trovare il quarto vendor in classifica, infatti, bisogna scendere al livello dei 195 milioni di dollari in licenze, fatti da Ncr con Teradata, pari al 2,8% del mercato.


La crescita di Ibm pare sia ascrivibile maggiormente alle vendite di Db2 su sistemi iSeries e zSeries, ovvero gli ex-As/400 e i nuovi mainframe.


Riguardo le piattaforme di accoglienza dei database, è cresciuto molto bene Windows, che ha una fetta di mercato quasi maggioritaria (il 47,3%), pari a 2,8 miliardi di dollari di database venduti. Il mercato dei db per l’Os di Microsoft è cresciuto del 3,8% rispetto all’anno precedente.


In calo, invece (meno 5,9%) il mercato dei db per Unix, dove Oracle guida le vendite di licenze con una quota del 57,4%.


In crescita, ovviamente, i database per Linux. E pure vertiginosa: +158%. Nel 2003 i db per l’Os libero hanno venduto licenze per 299,3 milioni di dollari. A guidare la particolare classifica è Oracle, con il 69,1% del mercato, letteralmente esplosiva nel 2003 con una crescita del 360%.


Calano, invece, le nuove licenze di Ibm per Linux, che passa dal 57,6% del segmento particolare che aveva nel 2002, al 28,5%.

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