La crisi si riflette sui budget 2003

Le aziende europee scelgono di ridurre la spesa per l’acquisto di beni e servizi, come mostra un’indagine commissionata da Ariba

“Comprare meno per spendere meno”. Questa, in sintesi, la risposta
delle aziende europee alla crisi di mercato che, dopo aver
caratterizzato l’intero 2002, non sembra volersi ridimensionare nel
2003.
A evidenziarlo è un’indagine commissionata da Ariba, e condotta in
collaborazione con la London Business School, volta a indagare le
modalità di gestione dei budget di spesa delle aziende di cinque
Paesi del Vecchio Continente, tra cui anche l’Italia. Condotta su un
campione di 200 responsabili acquisti appartenenti ad aziende che, in
Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Benelux, operano nei
comparti industria, chimica, farmaceutica e servizi finanziari,
l’indagine ha messo in luce un quadro poco incoraggiante.
Al rallentamento dell’economia in generale, la risposta più comune
dei responsabili degli uffici acquisti si muove all’unanimità in
un’unica direzione, quella del taglio delle spese
“, ha ammesso Jamie
Anderson, Programme director e ricercatore presso il Centre for
Management Development della London Business School. Con picchi
sostanziali a seconda di dove si posa lo sguardo, come nel caso
dell’Italia, che detiene la percentuale più alta (ben il 68%,
rispetto a una media europea del 55% di aziende che hanno ridotto i
propri volumi d’acquisto nel corso del 2002). Ma non del tutto a
discapito delle relazioni con i fornitori, visto che la percentuale
di coloro che affermano di essere interessati a ridurre il loro
numero, in Italia, è del 64%, rispetto a una media europea del 69%.
In un siffatto panorama, investire in nuove tecnologie Internet per
accrescere l’efficienza di processi aziendali come quello indagato,
sembra essere l’ultimo dei pensieri di alcuni responsabili
interpellati. A discapito, naturalmente, della competitività
dell’azienda stessa. Un approccio, quest’ultimo, diverso da Paese a
Paese. Ed ecco, allora, che mentre la Germania appare come la nazione
più interessata a ridurre il costo unitario dei beni e servizi
acquistati, l’Inghilterra sarebbe il Paese con il numero più elevato
di aziende che non hanno definito obiettivi specifici per l’anno in
corso, ma che più di altre reputano Internet un mezzo utile per
raggiungere obiettivi di risparmio.
Parallelamente opposto a quello appena espresso il parere delle
aziende in Francia che, solo nel 44% dei casi, hanno fornito un
giudizio positivo nei confronti della Rete. A credere realmente
nell’e-procurement sono, invece, le realtà tedesche impegnate, nel
72% dei casi, ad analizzare i campi nei quali possono essere
conseguiti risparmi. Il 64% delle aziende in Benelux indica, invece,
nella riconciliazione delle fatture la sfida principale di
quest’anno, nonostante la scarsissima penetrazione di tecnologie ad
hoc e l’altrettanto scarsa fiducia in Internet. In definitiva, entro
il 2003 le aziende che hanno fissato obiettivi di risparmio si
attendono una riduzione delle spese nell’ordine del 9,1%, contro il
7,5% del 2002. Certo è che la strada intrapresa con il taglio dei
budget non è destinata ad avere effetti risolutivi a lungo termine.

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