Italia poco propensa agli investimenti. Anche quando non mancherebbero i capitali

Stabilità politica, positivo atteggiamento nei confronti degli investimenti esteri, regime liberale per commerci e cambi e disponibilità di fonti finanziarie. Questi gli aspetti da raggiungere per essere giudicati Paesi dove conviene investire. Un titolo di cui l’Italia non può ancora fregiarsi

L’ormai imminente avvento della moneta unica
europea starebbe facendo da spunto per il recupero di un milione di miliardi di
lire in capitali clandestini all’estero accumulati in oltre mezzo secolo di
movimenti transfrontalieri illeciti.
È quanto risulterebbe da un recente
articolo apparso su Il Sole 24 Ore in cui si sostiene che un recupero anche
minimo di questa cifra agirebbe sul Pil di casa nostra facendo da volano per
nuovi investimenti e consumi.
Questo anche quando una recente classifica –
ripresa sempre da Il Sole 24 Ore – a cura dell’Economist Intelligence Unit
vedrebbe l’Italia solo al ventiduesimo posto tra le nazioni più favorevoli agli
investimenti.
Il nostro Paese non avrebbe ancora raggiunto una giusta
stabilità macroeconomia, un grado accettabile di deregolamentazione e un
ampliamento della politica della concorrenza. A ciò si aggiunga anche che non si
è ancora verificato del tutto l’impatto positivo che si spera deriverà dal
mercato unico e dal cambiamento tecnologico in atto ormai da tempo.
Inoltre,
alla riduzione della disoccupazione e al miglioramento del tasso di occupazione
in Italia non hanno fatto riscontro analoghi progressi nella disoccupazione di
lungo periodo. Anche la crescita della produttività del lavoro sarebbe scesa. Lo
confermerebbero i dati di un recente studio a cura della banca d’investimento
Merrill Lynch che ha osservarto come un allentamento della normativa di
protezione dell’occupazione potrebbe essere la strada più efficace per ridurre
la disoccupazione di lungo periodo. La più importante differenza tra Europa e
Stati Uniti.
Questo anche in virtù del fatto che – secondo quanto ripreso da
Il Sole 24 Ore sull’analisi degli economisti di Merrill Lynch -, se si riuscisse
a raggiungere un tasso di occupazione come quello americano, l’Italia
arriverebbe a godere di una crescita addizionale dell’economia pari all’1,6%
all’anno da qui al 2015. E chissà che questi numeri non vadano anche a favore
del comparto It.


 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome