iPhone: una svolta per l’Italia

Condizioni contrattuali diverse, Umts, niente esclusiva e niente revenue share. E il merito sarebbe di Luca Luciani, il manager finito alla ribalta nelle scorse settimane per la papera su Waterloo.

Dopo la notizia di due settimane fa, dell’accordo raggiunto tra Tim e Apple per la commercializzazione sul mercato italiano dell’iPhone, cominciano a trapelare i dettagli di un’intesa che sembra essere differente rispetto alle strategie finora perseguite dall’azienda di Steve Jobs.

Ne parla questa mattina Affari e Finanza, che sottolinea come l’intesa sia stata siglata a fine marzo direttamente a Cupertino da Franco Bernabè, che avrebbe (il condizionale è d’obbligo) strappato a Steve Jobs condizioni finora mai ottenute da nessun altro operatore.

A essere messi in discussione sarebbero infatti i due punti cardine della politica commerciale di Apple: gli accordi in esclusiva e il meccanismo della revenue sharing.
Gli iPhone, che dovrebbero arrivare direttamente nella versione Umts, non sarebbero oggetto di accordo di condivisione degli utili in base ai dati di traffico, ma verrebbero semplicemente commercializzati a un prezzo decisamente più alto rispetto agli altri mercati sui quali il dispositivo viene venduto.

Non si dovrebbe neppur parlare di esclusiva, bensì, secondo una pratica piuttosto consolidata nel nostro Paese, di un vantaggio di qualche mese rispetto agli altri operatori, i quali dovranno comunque provvedere ad aggiornare i loro sistemi per supportare il dispositivo di Apple.

Quest’ultimo punto sembra quello più interessante, che di fatto rende inutile quel complesso mercato parallelo di dispositivi craccati per poter funzionare anche sulle reti degli operatori non autorizzati.

I motivi che avrebbero spinto Steve Jobs ad accettare condizioni commerciali differenti sarebbero da ricercare nelle mutate condizioni di mercato, in vista di una sempre più accesa concorrenza da parte dei player storici del comparto, che dovrebbero uscire entro Natale con dispositivi touch screen e sempre più ricchi di funzionalità multimediali.

Nessun dubbio, invece sul merito dell’operazione. Andrebbe tutto a Luca Luciani, il manager finito alla ribalta nelle scorse settimane per la papera di Waterloo, oggi “incensato” come l’artefice della svolta di Apple.

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