IP telephony, tanti vendor a spartirsi il mercato

La domanda è in lieve crescita, le soluzioni sono ormai mature e la pressione competitiva aumenta, con l’ingresso di nuovi player. Dopo tanto parlare, la transizione verso l’IP entra nel vivo

Da un paio d’anni a questa parte, il tema della telefonia IP è stato sviscerato in ogni suo aspetto in numerosi articoli e convegni. Eppure, continua ad attirare attenzione e a offrire spunti per nuovi commenti. Se da un lato, infatti, si può affermare che la tecnologia è entrata nella fase di consolidamento, gli scenari di mercato sono ancora fluidi, con nuove realtà, sia sul fronte dei vendor sia su quello dei service provider, che fanno il loro ingresso nel settore, rendendolo molto dinamico e competitivo. "Dagli Anni 70 fino al 2002 – ha osservato Jerry Caron, research director di Current Analysis, in un dibattito su questo tema organizzato da NetEvents lo scorso settembre – la telefonia era un argomento piuttosto noioso. Non succedeva molto ed era facile da comprendere: bastava attaccare una spina e tutto funzionava. Ora, invece, è una rockstar della tecnologia. A volte ho l’impressione che si parli di IP come qualcosa di magico, come la polvere della fatina di Cenerentola che trasforma la zucca in carrozza. Ma di certo rappresenta un cambiamento radicale". Secondo Caron, la fotografia del mercato europeo della telefonia aziendale mette oggi in primo piano quattro aspetti. Innanzitutto, la comunicazione IP è ormai una realtà del presente e non una previsione sul futuro. Ormai più del 50% delle nuove linee telefoniche installate è IP, il che significa che nessuno è più disposto a fare nuovi investimenti nella tradizionale tecnologia TDM. Tecnologia che, vale la pena ricordarlo, è dura a morire, perché le aziende che hanno acquistato in passato grandi centralini non vogliono sostituirli, dal momento che continuano a funzionare bene. Si sceglie, piuttosto, la via della soluzione ibrida TDM/IP, senza vanificare le spese fatte in passato in apparati non ancora ammortizzati.


Il secondo trend evidenziato da Current Analysis è la ripresa degli investimenti nel segmento voce. Esiste, infatti, una vivace domanda di nuovi sistemi, soprattutto fra coloro che hanno installato prima del 2000 centralini che ora cominciano a dare segnali di obsolescenza. E se finora la motivazione alla base della convergenza IP è stata quella del risparmio, derivante dal fare di due reti separate un’unica cosa, oggi si comincia a guardare alle applicazioni, con la mobilità a tirare le fila. Telefonia IP significa, infatti, libertà di spostare gli interni e possibilità di telefonare da casa o dall’albergo come quando si è in ufficio, sfruttando le stesse applicazioni avanzate, dalla messaggistica unificata all’agenda centralizzata alla collaborazione remota. In altre parole, ci si sta muovendo da un mero discorso infrastrutturale verso la parte più alta della catena del valore. Quarto e ultimo aspetto, ma molto importante dal punto di vista dei fornitori, riguarda l’incremento della pressione competitiva. Solo pochi anni fa si prevedeva un consolidamento fra i player, mentre stiamo assistendo al fenomeno opposto, l’ingresso di start up, come Zultys, e service provider.

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