Ingram Micro cerca mercati adiacenti

Vincenzo Baggio, che da settembre guida ad interim anche la filiale italiana di Ingram Micro, guarda verso consumer electronics e Pos

Ha alle spalle una trentina d’anni in distribuzione e non è poco. Ma il suo curriculum parla chiaro: la conoscenza dei mercati esteri è preponderante. Per cui ora che Vincenzo Baggio è tornato in Italia ricoprendo anche il ruolo di amministratore delegato della filiale di Ingram Micro (ad interim aggiunge) ha intenzione di traghettare la filiale verso l’analisi di mercati “adiacenti”, puntando verso consumer electronics e Pos. Non nascono dal niente queste considerazioni. Negli States sono entrate addirittura nel perimetro aziendale di Ingram due realtà che hanno proprio a che fare con l’installazione di apparecchiature consumer presso gli utenti finali e con la gestione dei Point of sales.


Esempi di canale per diversificare? La riposta è si. Baggio vuole “continuare a crescere nel core business dell’It stando al passo con la crescita del mercato e quindi arrivare a punte del 6-7%” ma anche trovare nuove strade che equilibrino quei “punti di dolore rappresentati dai margini sottili di questo settore”.


Ma c’è un’altra sfumatura che potrebbe rendere Baggio forte su questo mercato: “sono convinto -afferma – che ci sono aree che devono essere semplificate”. Questo significa che l’ad di Ingram Micro vuole mettere mano alla semplificazione degli acquisti a favore dei rivenditori. Così afferma, con in mano i dati Assinform sulle medie di spesa delle Pmi europee più alte se confrontate con quelle italiane: “Credo che all’estero acquistino di più, perché le realtà sono meglio servite”.


Ma anche la supply chain potrebbe essere oggetto di nuovi pensieri. “il mondo è andato in Cina, ma in pochi hanno cambiato la supply chain con il risultato che tutto questo non si è ancora tradotto in un servizio al cliente”.


E così Baggio su queste regole di massima si è “dato un tempo T”. Il manager che ricopre anche il ruolo di senior vice president con responsabilità anche su Spagna, Belgio e Olanda si sta preparando ad attaccare il mercato nel 2008. Dalla sua forse non un piena stabilità di management (pochi giorni fa è andato via anche Casini lasciando in mano a Sergio Ceresa il ruolo di direttore commerciale), ma le intenzioni e l’aplomb molto anglofono (accento compreso), potrebbero fare la differenza.

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