Il portale aziendale nasce dal content management

L’enterprise portal è l’ultimo ritrovato concettuale per accedere all’informazione, in quanto dato gestito, e alle applicazioni di collaboration, di analisi e gestionali. Si tratta di uno strumento dalle grandi potenzialità ma i cui impatti tecnologici e organizzativi non sono da sottovalutare.

 


Sul portale aziendale, come nel caso delle applicazioni di Crm e di Scm, si sono create grandi aspettative, ma non bisogna dimenticare che per implementare una soluzione del genere è richiesto un grande sforzo, dovuto agli impatti tecnologici e organizzativi. Questo è, in sintesi, il pensiero di Idc su una delle tematiche al momento più calde, per la quale si prevede un futuro in crescita. L’ottimismo deriva da una semplice constatazione che riguarda la vita reale: la dipendenza sempre più spinta dal trattamento dell’informazione. Si pensi solo a un dato: attualmente il numero stimato di e-mail circolanti ogni giorno è pari a 31 miliardi, destinati a diventare 60 nel 2006 (le cifre sono sempre di Idc). A livello aziendale, si calcola che circa il 20% delle informazioni provenga dall’esterno, mentre il restante 80% dall’interno dell’organizzazione, cioè perlopiù dall’ambito intranet.


In questo quadro generale è nato, circa quattro anni fa, il concetto di Enteprise information portal, visto come infrastruttura unica destinata a rimpiazzare le varie reti interne aziendali, consentendo la gestione, la selezione e la distribuzione dell’informazione.

I vettori tecnologici


Vi sono tre elementi cardine, dal punto di vista tecnologico, che giocano all’interno di questo processo: content management (e Km), collaboration e analisi.


In questo senso – ha precisato Roberto Mastropasqua, responsabile italiano per la ricerca di Idc – l’enterprise portal si configura come abilitatore delle tre componenti e, conseguentemente, la sua organizzazione comporta attenzione su tutti e tre i fronti. Inoltre, un enterprise portal deve fornire possibilità di accesso ampliabili nel tempo, supportando, potenzialmente, il wireless e la voce“.


Ma un portale aziendale non rappresenta solo l’interfaccia di integrazione dei contenuti, sia strutturati (cioè registrati in record di database) che non strutturati (per esempio contenuti in file Word). Esso può anche diventare il punto di accesso unificato alle differenti applicazioni aziendali. Ecco allora entrare in gioco anche le problematiche di integrazione (del resto, il portal è integrazione dal punto di vista dell’interfaccia), dalle classiche tecnologie Eai ai Web service. Ed ecco, allo stesso modo, intervenire i software di autenticazione e controllo degli accessi, che devono gestire la politica di “single-sign-on” per il collegamento a tutte le applicazioni. Idc, non a caso, prevede un buon trend per questo settore, proprio in relazione al successo dei portali.


Senza dimenticare che, sempre secondo Mastropasqua, “portale non significa solo semplificazione dell’accesso; è uno strumento molto più potente, perché consente di schematizzare processi di business in maniera chiara, con tappe precise e punti di controllo“.


L’enterprise portal può assumere differenti sfumature, a seconda della preponderanza degli elementi in esso contenuti e in funzione del suo utilizzo. In linea generale, vi sono quatto tipologie: portale ducumentale, orientato alla diffusione dei contenuti a varie comunità di utenti; portale collaborativo, contenente le tipiche funzionalità del lavoro di gruppo; portale applicativo e, infine, decisionale. Quest’ultimo, legato a doppio filo con le piattaforme analitiche, fornisce, in genere, un accesso ristretto a informazioni strategiche, come le previsioni di vendita. I modelli non sono certo rigidi, ma esistono vari livelli che partono da una modalità tendenzialmente statica a una sempre più integrata con le applicazioni.

Un’offerta composita


Districarsi in questo panorama di offerta, che tutto sommato è giovane, non è un’operazione semplice. La selezione andrà fatta anche tenendo conto da quale matrice “culturale” provengono i fornitori, fermo restando che la presenza di una piattaforma di gestione dei contenuti è quasi imprescindibile.


Tra gli specialisti storici della gestione documentale, diventata poi Web content management e stigmatizzata nell’acronimo Ecm (Enterprise content management), figurano in primo piano Documentum, FileNet, ma anche Interwoven e Open Market (la cui offerta è stata integrata lo scorso anno in quella di Divine). La proposta di Documentum, in particolare, si inserisce nelle insfrastrutture per realizzare portali grazie a partnership con società come Plumtree o Epicentric: attori “puri”, questi, che hanno focalizzato la propria expertise proprio sui portali di integrazione con proposte pacchettizzate. Hummingbird fa parte di questa schiera, ma il suo catalogo contiene anche le tecnologie di gestione dell’informazione sottostanti. Attori altamente specializzati, nati con l’onda dell’e-commerce ma poi rapidamente “riconvertiti”, sono anche BroadVision, con una infrastruttura per condividere l’informazione via Web dotata di motore di gestione dei contenuti, e Vignette, uno dei protagonisti nel campo del content management destinato al Web publishing.


Nel frattempo si sono mossi i big del campo degli application server: da Ibm (con WebSphere Portal) a Oracle (Oracle 9i As Portal) a Sun (tramite iPlanet); da Sybase (Sybase Portal) a Bea (con WebLogic Portal). Persino Computer Associates, dalle proprie competenze nella gestione dell’infrastruttura, ha derivato con Jasmine una soluzione per realizzare portali aziendali. Dalla matrice della collaboration derivano, invece, le offerte di Lotus e Microsoft. Se la prima dispone di una infrastruttura decisamente orientata al Knowledge management, la casa di Bill Gates, con SharePoint Portal Server (affiancato, non a caso, da Content Management Server) si è, a buon diritto, inserita tra i fornitori di infrastrutture per portali.


Infine, non si possono dimenticare i portali scaturiti dal lavoro delle software house già ampiamente affermate nel mondo degli Erp: Sap, PeopleSoft, Jd Edwards. Discorso simile, ma in questo caso l’ambito applicativo è quello del Crm, vale per Atg, che ha sviluppato un’infrastruttura portale orientata all’e-commerce.

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