Il "piccolo" compra se… conviene

Società di trasporto, un osso duro per software house e rivenditori… Ma spazio per far business ce n’è, specie per chi non sottovaluta le potenzialità dei piccoli operatori, meno specializzati e con più ridotte risorse da …


Società di trasporto, un osso duro per software house e rivenditori…
Ma spazio per far business ce n’è, specie per chi non sottovaluta
le potenzialità dei piccoli operatori, meno specializzati e con più
ridotte risorse da spendere, ma non per questo intenzionati a perdere il treno
dell’innovazione tecnologica.
Così, almeno, ci ha spiegato Paolo Vesprini, amministratore
delegato di Data Dea, realtà di piccole dimensioni nata
nel ’92 e acquistata – nel ’98 – da Gruppo Pro, intenzionata a far sue le competenze
di un management specializzatosi nel settore dei trasporti a collettame con una
soluzione software denominata TraspoJ.
«Generalmente, in un settore come quello dei trasporti – ha esordito
Vesprini -, il problema più sentito è quello di coniugare le
esigenze del grande operatore con quelle del piccolo. Vale a dire sposare, a livello
informativo, le necessità dell’azienda che opera a livello nazionale, con
quelle del piccolo trasportatore locale. Per giunta, in un mercato in continua
evoluzione, il know how e l’adozione di sistemi di sviluppo più avanzati
sono a opera delle grandi realtà. Allo stesso tempo, però, anche
quelle piccole che operano in questo comparto mirano a intraprendere lo stesso
cammino. Il nostro ruolo è quello di "accompagnarli" nella trasformazione
tecnologica che scelgono di intraprendere tenendo conto delle esigenze di spesa
e delle capacità d’investimento. La vera sfida? Miniaturizzare i costi
dell’implementazione tecnologica per renderla fruibile anche al "piccolo".
Sarebbe, infatti, impensabile applicare su quest’ultimi gli Erp tradizionali presenti
sul mercato, troppo onerosi e limitatamente flessibili. Meglio pensare a soluzioni
gestite da remoto, magari in modalità Asp (Application service provider)
che consentono di mettere a disposizione sistemi estremamente sofisticati anche
a realtà semplici e di ridotte dimensioni, che non hanno a disposizione
strutture e personale dedicato»
.
Tutto bello sulla carta, ma davvero i piccoli operatori sono pronti a investire
in nuove tecnologie per ottimizzare procedure operative e controllo del flusso
delle merci? «Certo, visto che a essere in gioco è la loro stessa
sopravvivenza. Ancora una volta l’ostacolo più grande è costituito
dalle barriere culturali in ingresso ma, dal punto di vista informatico, l’utenza
a cui facciamo riferimento è pronta. Sono anni
– ammette Vesprini
che non trovo più un cliente che non abbia in casa almeno telefono
cellulare, fax e indirizzo di posta elettronica»
.

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