Ibm lancia il servizio wireless Ids

L’azienda di Armonk ufficializza la nuova offerta di un servizio che permette di rilevare gli access point, gli attacchi Dos, le configurazioni improprie e le chiavi di codifica compromesse.

9 ottobre 2003 L’aumentare del numero di hotspot wireless in luoghi pubblici, locazioni residenziali e business, rappresenta per Ibm l’occasione più ghiotta per il lancio di un nuovo intrusion detection service (Ids) indirizzato ai network senza fili. Il nuovo servizio di Big Blue utilizza una tecnologia di “sniffing” sviluppata dalla stessa azienda di Armonk che permette di rilevare la presenza di access point non autorizzati, gli attacchi di tipo denial of service, gli access point configurati in maniera inappropriata e le chiavi di codifica Wired Equivalent Privacy (Wep) compromesse. L’Ids si basa su un network di applicazioni Linux che fungono da sensori wireless e, secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’azienda, vengono configurati alla stessa maniera dei punti di accesso all’interno di un ufficio. I sensori permettono dunque di monitorare l’attività del network utilizzando firme di attacco wireless sviluppate da Ibm; gli allarmi relativi a possibili attacchi sono trasmessi a una console Tivoli Risk Manager presso un centro operativo Ibm Global Services dislocato a Boulder, Colorado. I clienti del centro operativo, attivo 24 ore su 24 per sette giorni la settimana, riceveranno report quotidiani che riassumono gli eventi relativi alla sicurezza wireless, nonché analisi dei trend mensili stilate da Big Blue.
Il servizio Ids, destinato ad aziende di ogni grandezza, è già disponibile al prezzo di 80mila dollari, 30mila come pagamento “una tantum” per la configurazione del network con sensore wireless e 50mila come abbonamento annuale.

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