I nuovi media possono fare business

Il fenomeno delle emittenti universitarie italiane ha resistito alla fase di formazione ed ora prova a spiccare il salto. Fa da battistrada una start-up.

Nei mesi scorsi molti hanno notato una novità nel palinsesto di La7: Universication, programma di apertura del palinsesto notturno, apriva un nuovo fronte di comunicazione tra università e televisione.
La trasmissione, che si avvaleva della direzione artistica di Marcello Bianca, era realizzato da Gianluca Reale, Elena Bravetta, Tiziana Cavallo e Romeo Perrotta, in una parola “Umedia”.
Questo nome ancora non dice molto al grande pubblico e men che meno a chi si occupa di new media o d’imprenditoria, ma dietro c’è tutto il mondo delle radio universitarie italiane. Romeo Perrotta, poi, è stato a lungo coinvolto in “Libertà di frequenza”, la prima emittente italiana di ateneo, sul cui decennio di vita ha anche scritto un libro omonimo (Carocci 2005).
Dal 2006 per web radio e web TV universitarie è disponibile l’associazione di categoria RadUni e dal 2009 Ustation, il canale di promozione prodotto da Umedia. Universication ha usato tutti gli strumenti dei grandi network per raccontare l’approccio degli studenti universitari al giornalismo e alla stessa TV.
Il programma, composto da 13 puntate andate in onda la notte all’una e trenta, era prodotto da Umedia e rientrava in pieno nell’approccio multipiattaforma tv-web dell’emittente del gruppo Telecom Italia.
Fin dal nome ci si riferiva alla comunicazione mainstream, facendo il verso a Californication, una serie Tv di grande successo tra i giovani per la libertà degli argomenti, usati però come ambientazione per storie di coppie separate e con figli in vari stadi dell’adolescenza.
Come start-up, Umedia ha partecipato all’edizione torinese di Working Capital, l’iniziativa di Telecom italia per creare cultura d’impresa per l’imprenditoria del 2.0, successivamente ottenendo il primo contratto d’investimento. Insomma, i nuovi media possono fare business.

Challenge per giornalismo, sostenibilità ed ecologia
L’iniziativa di apertura del 2010 è Ustation Challenge, un cammino di sette mesi articolato in sei incontri e tre contest organizzato insieme a Tim. Il primo è “Siamo tutti reporter” (11 gennaio-14 marzo), al quale faranno seguito “Un Paese sostenibile” (15 marzo-16 maggio) e “Il mondo come lo vuoi tu” (17 maggio-18 luglio), tutte occasioni di mettere in pratica gli studi universitari.
Come recita il bando, inchieste, servizi, reportage, piccoli documentari potranno essere realizzati per il contest in formato video, audio o immagini; i file audio e video non dovranno superare i 10 minuti di durata. Possono partecipare sia singoli, sia gruppi di lavoro.
Ustation è un ricchissimo palinsesto on-line dei media universitari, ovvero radio e televisioni. Raccoglie informazione e infotainment prodotti e sperimentati presso le università e li propone all’attenzione dei media professionali: radio-tv, carta stampata, pubbliche relazioni e via dicendo. “Rispetto alla radio e TV generalista”, dice Gianluca Reale, CEO dell’azienda, “sui nostri canali l’argomento viene affrontato sempre con un piglio più giovane e spesso più incisivo”, mantenendo una struttura di tipo tradizionale. In un numero limitato di casi, inoltre, si cerca di fare innovazione nel linguaggio di comunicazione, ma per ovvi motivi i risultati spesso sono limitati.
Il modello di business di Ustation è semplice e diretto: sponsorship e comarketing. “Prevediamo anche la vendita di pubblicità”, continua il presidente, “che potremo attivare tra qualche mese, quando i numeri saranno cresciuti e consolidati: oggi sono bassi, 15 mila utenti unici e 80-100 mila pagine al mese; ma contiamo di moltiplicarli più volte in breve tempo”.

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