I due fronti di Cdc

Tra mosse obbligate e qualche ritardo, Cdc si ridisegna.

La scelta di Cdc di aprire i Superstore
in concorrenza con Mediaworld è forte e costituisce un’ammissione di debolezza.
Giuseppe Diomelli è stato chiaro.
Ammettendo che la anche la sua catena
Computer Discount potrà soffrire della concorrenza di queste strutture, ha detto
che se non lo fanno loro lo farà qualcun altro.
Come dire, il percorso del
consumer nell’informatica è ormai segnato.
Non è più tempo di medie
superfici ma di grandi punti vendita. Soltanto che questa volta qualcuno ci ha
già pensato da tempo e Cdc deve ora farsi spazio in un settore dove la Grande
distribuzione sta andando a gonfie vele e la Gds va ancora meglio. In più il
nord Italia, da dove Cdc ha deciso di iniziare la sua marcia, è già abbastanza
pieno di queste strutture e la società toscana rischia di avere perso
definitivamente i siti migliori.
La mossa è probabilmente obbligata,
difficile e sconta un certo ritardo; inoltre le vicende di Eldo hanno già
dimostrato che il fallimento è possibile.
Ma c’è dell’altro.

Contemporaneamente all’apertura dei Superstore, Computer Discount deve
spingere sempre di più l’acceleratore in direzione delle piccole e medie imprese
(probabilmente più piccole che medie).
Qualche risultato in questo senso sta
già arrivando ma il mercato è durissimo e la catena per il momento è ancora
orientata verso il consumer.
Diomelli si trova quindi a combattere su due
fronti, mentre riesce a presidiare con sufficiente tranquillità il mercato della
distribuzione. Dove la scelta di puntare sui c&c continua a pagare.
Dopo
le città più importanti adesso Cdc si muove anche nei centri di minori
dimensioni che sembrano offrire risultati inaspettati. D’altronde anche qui la
concorrenza incalza.
Esprinet da qualche mese ha annunciato di volersi
allargare nei cash & carry.

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