Grandi sistemi aperti

Nuove tappe sulla strada “open” di Ibm: ora tocca al PowerPc 405 e al Gpfs.

Ibm prosegue a spron battuto sulla propria strada “open”.


Ora ha annunciato di voler rendere disponibili le specifiche del core PowerPc 405 ai ricercatori e alle università.


Il contributo sarà effettuato tramite Power.org, l’organizzazione costituita un anno fa per promuovere la tecnologia dell’architettura Power come piattaforma di sviluppo collaborativo per l’industria elettronica.


La concessione suona come risposta alle richieste avanzate da docenti appartenenti alla crema della ricerca in campo informatico orientati alle elaborazioni collaborative multi-core: University of California, Berkeley, Stanford, Massachusetts Institute of Technology (Mit), Carnegie Mellon, University of Texas ed University of Washington.


Nelle idee di Power.org il contributo del core Ibm PowerPc 405 permetterà ai ricercatori di esplorare le nuove architetture informatiche per sistemi ed acceleratori “massively parallel” consentendo agli sviluppatori software di sperimentare nuovi modelli di programmazione.


Contestualmente, Big Blue ha aperto anche il codice del proprio General Parallel File System (Gpfs), in modo da farlo girare su hardware multivendor.


Il Gpfs, che nacque nei primi anni 90 come file system per i cluster ad alta performance in ambito Unix, ha la capacità di trattare le risorse fisiche (siano server o array di storage) come un unico sistema virtuale.


La sua apertura comporta l’entrata in scena di Linux.

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