Finanziare l’e-Gov e dare una spinta a Industria 2015

Il ministro per la Pa e l’Innovazione, Renato Brunetta, a Milano ha recentemente illustrato i successi del suo ministero e ha diffuso una chiavetta Usb (da 250 Mb) con nastrino tricolore e l’intestazione “Brunetta – Le cose fatte”. Il presidente di Ass …

Il ministro per la Pa e l’Innovazione, Renato Brunetta, a Milano ha recentemente illustrato i successi del suo ministero e ha diffuso una chiavetta Usb (da 250 Mb) con nastrino tricolore e l’intestazione “Brunetta – Le cose fatte”. Il presidente di Assinform, Ennio Lucarelli, non è rimasto troppo impressionato dal contenuto e ha fatto notare che «per l’e-Government vanno reperiti i 1.100 milioni di euro mancanti e che le imprese sono pronte a fare la loro parte contribuendo con il project financing al 25% del costo dell’e-Gov e aggiungendo un altro 50% a ogni euro stanziato dal Governo per i programmi di innovazione dell’It italiano».

«Abbiamo accolto con favore l’annuncio del ministro Brunetta per il rilancio dell’e-Gov», ha affermato Lucarelli. Però i finanziamenti devono essere reperiti e spesi in tempi brevi su progetti ben mirati . «Per ora – ha detto – siamo consapevoli che su una stima di spesa entro il 2012 di 1.380 milioni di euro, le risorse certe non ammontano a poco più del 20% del totale, pari a 248 milioni. Peraltro si tratta di fondi in parte già assegnati e, quindi, in realtà non più disponibili per il mercato. Secondo il ministero, le fonti per reperire il resto delle risorse finanziarie necessarie sono state individuate in vari fondi, molti dei quali da rifinanziare».

Lucarelli ha anche rilevato che il bando del Made in Italy, che fa parte di Industria 2015, sta procedendo troppo lentamente. «Le imprese – ha osservato – hanno presentato i loro progetti da oltre tre mesi, ma deve ancora cominciare la loro valutazione. E anche lo stesso programma per l’innovazione per l’It è urgente».

Il presidente di Assinform ha ricordato il ruolo di acceleratore della crescita e della produttività che l’It ha assunto nelle principali economie mondiali, la necessità di dotare il paese di una politica sistemica per l’innovazione It e di creare vere condizioni di concorrenza liberalizzando e privatizzando il mercato pubblico dei servizi It. Oltre al decremento costante dell’informatica pubblica, che da tre anni mantiene la soglia di investimento sotto i 3.000 milioni di euro, Lucarelli ha ricordato, infatti, che l’Ocse tra le riforme prioritarie per aumentare la produttività italiana ha indicato la necessità di ridurre la proprietà pubblica nei servizi innovativi e le barriere normative alla concorrenza. «Anche la magistratura amministrativa – ha detto – e le Authority della concorrenza e dei contratti pubblici, oltre ad alcuni provvedimenti di legge della scorsa legislatura, hanno assunto un orientamento che tende a limitare sempre di più il ricorso all’in-house da parte della Pa, ma i progressi sono comunque troppo lenti». Il 73% delle regioni che costituiscono il maggiore centro di spesa informatica della Pal si avvale, infatti, di proprie società alle quali destinano il 62% delle risorse.

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