Fai hot linking? Ecco che scatta la ritorsione

Dalla cronaca della campagna elettorale appena conclusa una lezione sugli usi e sugli abusi in rete.

Il caso è delle scorse ore. Un sito di un politico italiano ha provveduto a linkare, attraverso l’uso di tag html, un’immagine memorizzata su un server remoto. La foto in questione raffigurava il Pantheon, il famoso edificio di Roma eretto quale omaggio agli dei, ed era ospitata su un sito web di proprietà, sembra, di un cittadino inglese.

Attraverso l’uso della tag “img”, i curatori dei contenuti del sito web del politico “nostrano” avevano inserito, nel testo di un articolo, l’immagine remota.
Il proprietario del sito web sul quale l’immagine del Pantheon era ospitata, ha manifestato le sue rimostranze invitando i webmaster alla tempestiva eliminazione del link.

La pratica di inserire, nelle pagine del proprio sito web, foto ed immagini memorizzate su siti remoti si chiama “hot linking” od “inline linking”.

L’autore della foto raffigurante il Pantheon aveva richiesto ai responsabili del sito del politico di astenersi dall’utilizzo dell'”hot link” non ottenendo, pare, alcuna risposta. A questo punto, l’inglese si è voluto “vendicare” sostituendo, sul suo server, l’immagine del Pantheon con una foto oscena abbinata ad un fotomontaggio ritraente il volto del politico italiano.

L'”hot linking” è una procedura di solito non gradita e non molto corretta tanto che molti amministratori fanno in modo che non possa essere applicata configurando opportunamente il server web.

Ovviamente, premesso che l’autore dell’immagine non avrebbe comunque dovuto mettere in atto la sua “ritorsione”, abbiamo richiesto a Tiziano Solignani, avvocato in Modena, un parere sulla pratica dell'”hot linking” ed, in particolare, se vi siano riferimenti normativi che regolino questo tipo di attività.

“Naturalmente il primo aspetto da valutare è quello relativo al copyright”, scrive l’Avvocato Solignani, “perché tramite l’hotlinking si realizza, di fatto, una copia, anche se non nel momento del linking, ma in quello della successiva consultazione del sito con l’hotlink da parte di un utente della rete tramite un proprio browser, di quanto viene linkato. Questo è un primo aspetto che potrebbe generare dei problemi di legittimità, considerando il tipo di licenza o condizione con cui è stato pubblicato il materiale linkato. Salvo le opere veramente di pubblico dominio, tutte le altre appartengono al suo creatore o alla persona o società cui il creatore ha ceduto i diritti. Il titolare dei diritti può decidere di riprodurle, ad esempio, solo sul proprio sito web, vietando qualsiasi altra riproduzione che non sia magari accompagnata da una certa dicitura. Questa condizione, se esistente, va rispettata e quindi in un contesto del genere l’hotlinking sarebbe illegale. Naturalmente, bisogna vedere da caso a caso.

Un secondo profilo da valutare è quello del danno che si produce al sito hotlinkato a causa del maggior consumo di banda. Solitamente, infatti, chi inserire ad esempio un immagine nel proprio sito web lo fa perchè la stessa sia visualizzata, e quindi scaricata, dagli utenti del suo stesso sito. Se un altro sito, tuttavia, anzichè caricare la stessa immagine sul proprio si limita a linkare quella presente sul primo sito, ogni volta che un utente del secondo sito apre la pagina dove si trova l’hotlink, verrà attinta anche la banda di cui dispone il primo sito. In questo modo, il primo sito può diventare più lento per i suoi visitatori e, in caso di superamento del limite mensile di banda, può verificarsi anche un addebito per i suoi gestori, insomma un danno di cui è responsabile chi ha praticato l’hotlink, che naturalmente può essere identificato tramite referral, dapprima, e registrazione del dominio o titolarità del blog poi.

Un altro profilo da considerare è quello del diritto all’immagine e all’identità personale. Pensiamo al caso in cui l’immagine di un politico, pubblicata nel proprio sito, sia hotlinkata in un altro sito in cui si parla ad esempio di aborto, suggerendo visivamente il favore o la contrarietà di questo politico verso il tema. La persona raffigurata nell’immagine, pur non essendo lesivo dell’onore nè essere favorevole nè contrario all’aborto, potrebbe ritenere leso il proprio diritto all’immagine e all’identità personale, che è il diritto di vedersi attribuite le opinioni che sono proprie e non altre, in modo che l’immagine pubblica abbia una sua forma e coerenza, una cosa molto importante specialmente per i politici”.

Sono insomma tante le sfaccettature che caratterizzano il caso “hot linking”: ciascuna va valutata caso per caso e, di conseguenza, la risposta definitiva varia da una situazione all’altra.
Per maggiori approfondimenti, vi suggeriamo di fare riferimento al blog dell’Avvocato Solignani.

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