Enel compra le frequenze Ipse

Parte verranno utilizzate da Wind, parte cedute a Vodafone e Tim. Ma l’operazione suscita qualche perplessità.

Malgrado i piani di sviluppo relativi a Wind fossero stati
resi noti nel corso del vertice strategico del 12 novembre scorso, inclusa
l’ipotesi di Ipo entro i prossimi 20 mesi, ha suscitato sorpresa la
notizia, diffusa la vigilia di Natale, che il Consiglio di
Enel, unico azionista di Wind, ha approvato la stipula di un
accordo per l’acquisizione dell’intero capitale di Ipse,
operatore telefonico titolare di frequenze Umts mai diventato operativo, a un
prezzo massimo di 792 milioni di euro.
Tale acquisizione – cita il
comunicato ufficiale – consentirà a Wind di utilizzare ulteriori
frequenze Umts per ottimizzare le proprie strutture di terza generazione mobile
ed ampliare ulteriormente la gamma dei servizi offerti ai propri clienti. Enel
venderà poi le rimanenti frequenze agli altri operatori di telefonia mobile, per
rispettare i criteri di ripartizione seguiti dalle Autorità delle Comunicazioni
e dall’Antitrust in sede di assegnazione delle frequenze, allo scopo di
garantire un equilibrato sviluppo della concorrenza nel settore. L’accordo, la
cui stipula è prevista entro la fine del 2004, presuppone la definizione del
contenzioso relativo al pagamento delle frequenze assegnate a Ipse, nonché una
risposta positiva all’interpello già presentato all’Agenzia Generale delle
Entrate in merito alla deducibilità fiscale delle perdite della società
“.

La storia di Ipse, anzie, per essere più precisi del consorzio Ipse2000
formato da Telefonica, Acea, Atlanet, è legata alla fase di assegnazione delle
licenze Umts. 
Ipse, che risultava tra i vincitori, non
iniziò mai ad operare, e nel 2002 il patto venne sciolto.
L’operazione di cui
è oggi protagonista Enel è resa possibile dal nuovo Codice delle Comunicazioni
promosso dal Ministro Gasparri, che consente ad un operatore assegnatario
di licenza Umts di cederla ad un altro gestore.
La cosa suscita pareri
opposti.
Perplessità nei concorrenti, 3 in primis, che hanno già chiesto
chiarimenti in merito alla regolarità dell’operazione.
Speranze negli ex
dipendenti Ipse, che, in base all’accordo di licenziamento possono riaprire i
negoziati per una ricollocazione nella struttura dell’azienda acqirente.

Qualche dubbio negli osservatori, che leggono questa mossa come non positiva
per lo Stato.
Fa notare Pier Luigi Tolardo di ZeusNews: “Con questa
acquisizione Enel potrà mettere in bilancio i debiti di Ipse ed usufruire di un
forte bonus fiscale e potrà successivamente vendere le frequenze a Tim, Vodafone
ed una parte lasciarle a Wind. A questo punto lo Stato ci rimette due volte:
perché le frequenze erano già sue, non avendo rispettato Ipse il programma di
realizzazione e avrebbe potuto rimetterle all’asta e perché l’Enel pagherà molti
meno milioni di euro di tasse
“.

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