Digitale: l’Italia ci crede, la Pa ancora no

“Oggi c’è un’opportunità strategica per cambiare passo”, ha detto Agostino Santoni, presidente di Assinform, presentando il Rapporto 2015 e il manifesto 2015-2017; “il manifesto che presentiamo oggi vuole essere un esplicito sostegno all’Italia che sta puntando sull’innovazione per cambiare e riprendere la via della crescita”,
I dati sono stati forniti durante l’incontro “Digitale, Energia per l’innovazione, nutrimento per la crescita”, promosso insieme a Confindustria Digitale presso l’Auditorium dell’Expo. Oltre a Santoni sono intervenuti Paolo Barberis, consigliere per l’innovazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Capitani, presidente NetConsulting, Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, Antonio Samaritani direttore AgiD ed altri esperti. “Occorre dare rapida attuazione alla Strategia per la Crescita Digitale varata dal Governo nel marzo scorso, collegando a essa politiche di sviluppo e per l’occupazione, ha commentato Santoni”.

Rapporto: transformation e experience

Il 46° Rapporto Assinform evidenzia i fenomeni emergenti che stanno guidando la trasformazione digitale del Paese. La principale sfida per le aziende italiane è la digital transformation, indicata dal 48% dei rispondenti: ancora più forte è la componente di innovazione della customer experience (72%).
Il fenomeno più significativo del 2014 è la ripresa degli investimenti in Ict nei più importanti settori dell’economia italiana: industria manifatturiera + 0,6% su base annua (a fine 2013, il decremento era stato di -7%), banche +1,1% (-0,8%), assicurazioni +1,5% (-3,6%), utility +1,8% (+ 0,6%), Tlc e media + 0,9% (-0,2%), viaggi e trasporti + 0,8% (-5,7%).
Alla chiamata sull’innovazione, purtroppo, non ha ancora risposto il settore pubblico: Pa centrale -2,6% (-11,6% nel 2013), Pa locale -2,1% (-7,1%), Sanità -2,2% (-4,6%). I risultati sonocomunque migliorati rispetto al passato: nel 2013 la Pa centrale aveva registrato -11,6%, quella locale -7,1%, la sanità -4,6%. Ma non c’è da esserne fieri.

Rapporto Assinform Giugno 2015

Segnali… di fumo

Rinnovato nella veste e nella fruizione dal web il Rapporto 2015, realizzato in collaborazione con NetConsulting, aumenta lo spazio dedicato ai fenomeni emergenti e a tutto ciò che guida la trasformazione digitale dell’economia e della società. Come era stato evidenziato dalle anticipazioni, dopo anni di difficoltà, il mercato italiano dell’Ict ha ripreso a dare segnali positivi.
Si noti che il 2014, infatti, registra ancora un calo dell’1,4% (era stato -4,4% nel 2013/12), per un volume di affari di 64.234 milioni euro. Alcuni segmenti emergono: per la crescita iniziata nella seconda parte dell’anno è atteso un consolidamento sull’onda delle componenti più innovative. Confermate quindi le previsioni di una crescita dell’1,1% a fine 2015: nulla di particolarmente sostanzioso, ma comunque un risultato migliore di un secco arretramento.
In termini di componenti di mercato, l’incremento positivo maggiore riguarda data center e cloud computing (+37%), poi il decollo dell’Internet delle Cose (+13%), spinto dai settori dell’energia e dei trasporti, ed infine i contenuti digitali e la pubblicità online (+ 8,5%). Hanno registrato crescite a due cifre l’e-commerce (+17%, trainato anche dal mobile commerce), e le piattaforme gestione web (+13,8%). Anche i Pc sono tornati a crescere: +5,2% i desktop, +10,3% i laptop.

Il manifesto dell’Italia che ci crede

Il documento “Digitale per Crescere – Manifesto Assinform per l’Italia che ci crede“ riassume le indicazioni dei gruppi di lavoro di Assinform e Confindustria Digitale per dare più rapida attuazione alla Strategia per la Crescita Digitale.
Sette le priorità individuate: Cultura digitale diffusa, Sviluppo di ecosistemi digitali, Vita digitale, con l’IoT, Pa digitale, Impresa digitale, Ricchezza digitale e Sicurezza digitale.
Per ciascuno di questi aspetti”, ha concluso Santoni, “abbiamo indicato azioni che coinvolgono istituzioni, imprese e amministrazioni, la cui rapida attuazione è la chiave per imprimere al Paese quella marcia in più per chiudere il gap di competitività e rilanciare i processi di crescita”.

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