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Digital & cloud nel 2016 di Capgemini

Con l’acquisizione della rivale statunitense IGATE completata lo scorso 1° luglio, il 2015 ha segnato una nuova fase nella storia di Capgemini che, portata a termine una prima parte del processo di integrazione, ha rafforzato le proprie posizioni in mercati ritenuti strategici combinando offerte e competenze reciproche.
Con il 31% dei ricavi registrati nella seconda parte dell’anno, proprio il Nord America rappresenta oggi il primo mercato di riferimento per la società francese di consulenza e servizi professionali che, dopo l’acquisizione, ha visto crescere fino a quasi 100mila dipendenti la propria rete globale di centri di distribuzione riportando un organico complessivo pari a 180.639 dipendenti, rispetto ai 143.643 di fine 2014.
L’ingresso di IGATE ha, poi, prodotto ricavi in crescita del 12,7% in più rispetto all’esercizio fiscale 2014 generando un aumento di 140 punti base nel margine operativo che, nel 2015, è aumento del 10,6 per cento, mentre il peso dei servizi di consulenza sui ricavi del Gruppo si è attestato sui 4 punti percentuali beneficiando del riposizionamento scelto intorno alla trasformazione digitale.

Sempre più digital e cloud nell’offerta di Capgemini

Tra i risultati prodotti, infatti, anche un’offerta digital e cloud in crescita del 23%, per un peso complessivo sui ricavi del 22% tale da far ribadire al management di Capgemini l’intenzione di veder confermati entrambi i segmenti quali aree prioritarie di investimento per tutto il 2016 in corso.
Per il medesimo esercizio fiscale il Gruppo prevede, inoltre, una crescita dei ricavi a cambi costanti compresa tra il 7,5 e il 9,5% e un margine operativo compreso tra l’11,1 e l’11,3 per cento.

Baricentro Oltreoceano

Alle spalle del Nord America, che con un peso del 28% sull’intero fatturato del Gruppo si conferma la prima regione per Capgemini, si posizionano Regno Unito e Irlanda dove, però, nel 2015, si è registrato un calo dei ricavi di poco inferiore al 14% dovuto alla diminuzione prevista per un importante contratto nel settore pubblico in Inghilterra, con un’incidenza negativa sui servizi di infrastruttura.
Deciso, invece, l’incremento registrato nel settore dei servizi finanziari, nel retail e nel settore pubblico in Francia, da dove proviene il 20% dei ricavi del Gruppo che, pur compensando il calo registrato nel segmento manifatturiero, ha riportato un margine operativo dell’8,1%, di 30 punti base inferiore rispetto al 2014.
Stabile, dopo anni di declino, risulta, invece, il Benelux supportato dalla fine della pluriennale contrazione nei servizi finanziari per un margine operativo che, nel 2015, ha raggiunto i 121 milioni di euro, con un incremento di 70 punti base. Allargando lo sguardo al di là delle Alpi, risultati più che positivi giungono anche dal resto d’Europa, dove le performance economiche del Gruppo sono state alimentate dai settori dei servizi finanziari, retail, beni di consumo ed energia che, nel corso del 2015, hanno beneficiato di una crescita a due cifre, per un margine operativo in aumento del 20% e un peso del 9,6% sui ricavi, in crescita di 100 punti base rispetto al 2014.
Crisi economica a parte, infine, anche la regione Asia-Pacifico e America Latina ha riportato una crescita del 6,5% grazie al segmento dei servizi finanziari.

 

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