Dalla Pec ai minipc per le scuole: a Frontiers of Interaction parla Brunetta

In Italia niente soldi per la tecnologia e poco rinnovamento tecnico e sociale. Eppure i modelli ci sarebbero e le idee anche.

Nello stupendo scenario dell’acquario romano si è aperta la quinta edizione di Frontiers of Interaction, la manifestazione nata nel 2005 per comunicare l’interaction design, ma subito espansa a tutte le tematiche legate all’innovazione.
Nel panorama nazionale FoI è effettivamente un’eccellenza, che non dimentica la sua origine nello specifico dell’IxD, ma che si espande all’imprenditoria giovanile, alla dialettica uomo-donna e più in generale alla sociologia digitale ed urbana. Anche quest’anno la produzione è di Leandro Agrò e Matteo Penzo, insieme a Gianfranco Chicco e Carlo M. Medaglia.
Imponente lo sforzo di comunicazione della prima giornata, rivolto alla costruzione d’una informazione tecnologica che scavalchi alcuni recinti. Il più evidente è forse il rapporto tra Donne, scienza e tecnologia, in un’indagine presentata da Sveva Avveduto, direttore Irpps/Cnr, poco collegata all’interazione ma uno degli elementi cardine per un cambiamento culturale che rappresenti realisticamente il Paese. La domanda più intrigante è forse “a cosa non rinuncerebbe?”, dove l’unica differenza tra i sessi è nelle telefonate agli amici: 16% gli uomini, 29% le donne. Per confronto, internet (Facebook o mail) sta intorno al 4-5%. L’indagine è realizzata dalla Fondazione Cotec in collaborazione con Irpps e Wired e il contributo di futuro@alfemminile.
Il pomeriggio della prima giornata è stato impegnato da workshop su argomenti forti quali Talkology, Geek Advertising, Social Usability e Spime Design.

Dati pubblici a fine anno
L’evento si era aperto con l’intervista di Riccardo Luna al ministro Brunetta, con domande a tutto campo -anche estranee al focus dell’avvenimento-, ma gli spunti interessanti sono stati molti. “Nel ddl anticorruzione c’è la total disclosure dei dati della PA”, si è lasciato scappare il ministro per un risultato da attendere entro la fine dell’anno. Si parla di Pec, di decreto Pisanu e di auto blu, ma anche dell’Agenzia per l’Innovazione in un momento nel quale si chiudono gli enti inutili. “Aspetti sei mesi e vedrete i risultati”, dice il ministro, anche stavolta rimandandoci a Natale.
Tra le cose non ancora riuscite, il ministro cita i miniPC per le scuole superiori, per i quali da tempo si cercano 60-70 milioni di Euro, introvabili: “miniPC o Ipad”, lancia tra il serio e il faceto il ministro. Ma i soldi non ci sono neanche per le cose più importanti, quali investimenti in infrastruttura.

Ma investire si potrebbe?
Su questo punto si sono pronunciati in molti, ed è l’inevitabilità della mancanza d’investimenti in tecnologia nella squattrinata Italia. “L’India non ha ospedali ma ha università”, ha provocato Umberto Croppi, assessore alla Cultura del Comune di Roma, in prima fila tra il pubblico. “Che i soldi non ci siano andrebbe verificato”, dubita Salvo Mizzi di Telecom, “ma probabilmente la tecnologia non è una priorità”.
La seconda giornata, venerdì 4, sarà più fortemente IxD. Tra gli argomenti, ed è difficile scegliere, Digital Sociology, Sociopatterns e Micro-minerals come mind-opener, mentre la realtà fisica entra in Urban screens e Complessità attraverso visualizzazione ed interazione: uno specifico così ricco da essere ormai una disciplina da conoscere, almeno per sommi capi.

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