Crisi & innovazione, ridotte le domande di brevetti

a cura di Euroreporter.eu

Sarà anche l’anno europeo del’innovazione, ma la crisi economica  sembra aver soffocato il brio creativo delle imprese. Le organizzazioni che operano nel settore dei brevetti hanno registrato una riduzione nelle domande. Il declino sarebbe cominciato negli ultimi mesi del 2008 per prolungarsi lungo tutto il 2009, un campanello d’allarme che annuncerebbe, secondo gli esperti, un più profondo stallo nelle domande. 

Gerard Torres, economista dell’Ufficio degli Stati Uniti per i brevetti e i marchi (United States Patent and Trademark Office, USPTO), intervenendo nel corso della conferenza organizzata dall’European Patent Office a Vienna, ha spiegato che vi è un lasso di tempo di un anno tra l’inizio di una recessione e il suo impatto sul deposito dei brevetti.

L’Uspto ha rilevato una contrazione nella domanda e secondo Torres “il peggio deve ancora venire”. Si prevede una riduzione tra l’1 e il 2% delle richieste di brevetti, anche se, “non ci sono ancora cifre certe”, ha sottolineato Rainer Osterwalder,  portavoce dell’Epo “il calcolo si basa su una stima delle richieste pervenute e sulle application internazionali monitorate dagli stati”.

Un quadro esaustivo della situazione sarà a disposizione a breve, garantiscono all’Epo, dal momento che i tempi per ottenere una patente riconosciuta da più paesi europei può comportare tra i 12 e i 32 mesi. La situazione in Europa resta comunque frammentata. Guardando all’indice di innovazione del Vecchio continente, l’Italia presenta l’indice di innovazione più basso dell’Ue-15 piazzandosi dopo Grecia, Portogallo e Spagna. Campioni della creatività sono invece Svezia, Finlandia e la Germania.

Un problema, quello del binomio innovazione-brevetti, che si accentua per le piccole e medie imprese che nei paesi studiati non hanno presentato un aumento significativo delle  domande di brevetti, come ha sottolineato Kevin Scally, del College of Business and Law dell’Università di Cork (Irlanda) nel corso del suo intervento.

Il problema principale è indubbiamente la mancanza di finanziamenti, come sottolinea Rainer Osterwalder portavoce dell’European Patents office, “i fondi per incentivare la registrazione dei brevetti vengono dai singoli governi nazionali non ci sono stanziamenti a livello europeo a questo scopo, non essendoci una politica Ue sui sistemi dei brevetti”.

Questo meccanismo non fa altro che aumentare le divergenze tra gli stati membri dell’Unione europea e disincentivare la protezione di idee e prodotti da parte delle piccole e medie imprese, dal momento che registrare un’innovazione richiede un discreto sforzo finanziario.

Il settore più a rischio è indubbiamente quello farmaceutico con il 10% dei nuovi prodotti medicinali copiati ogni anno e con danni all’industria del settore, si stima, dell’ordine dei 45 miliardi. Meno a rischio l’alta tecnologia specializzata dove, come spiega Jan Luc Gall responsabile delle politiche comunitari per l’Epo.

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