Cresce la concorrenza nella distribuzione

Secondo un’analisi di Confcommercio, negli ultimi 5 anni è aumentato il numero di supermercati, ipermercati e grandi magazzini presenti sul territorio nazionale

Caro euro, inflazione, ridotta capacità di spesa dei consumatori: mai come in questi ultimi anni i mass media hanno dedicato attenzione allo stato di salute del commercio italiano. Ma secondo il Rapporto sulle economie territoriali di Confcommercio, almeno un elemento positivo (in particolare per i consumatori) esiste: nel periodo 2002-07 il numero degli attori della distribuzione commerciale italiana è aumentato. La rete di esercizi al dettaglio, compresi quelli ambulanti, è oggi infatti composta da 958.593 punti vendita, in crescita di 81.550 unità (+9,3%) rispetto al 2002. Non tutti i comparti, ovviamente, si sono comportati allo stesso modo: il settore food, per esempio, ha registrato un forte ridimensionamento numerico dei punti vendita “tradizionali”, mentre per contro l’area del non alimentare ha vissuto una dinamica opposta. In generale, è aumentata la varietà delle formule distributive e il livello di concorrenza in funzione dei servizi offerti, delle caratteristiche dell’assortimento, del mix qualità/prezzo.

Il piccolo dettaglio
Analizzando nel particolare i vari comparti, nel 2007 gli esercizi del piccolo dettaglio in sede “fissa” erano oltre 763.000 ( +4,9% rispetto al 2002), ma con andamenti diversi sia tra le diverse regioni del paese, che tra negozi food e non food. L’evoluzione positiva nelle regioni del Nord e del Centro (escluso il Lazio) è stata al di sotto del dato medio e, in alcuni casi, con valori negativi (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta). La dinamica positiva che, a partire dal Lazio (+15,1%), ha interessato tutte le regioni del Sud (+7%), è invece probabilmente legata sia alla necessità di ampliare una rete spesso carente, che all’opportunità offerta dal commercio di fornire uno sbocco occupazionale in aree caratterizzate da un mercato precario del lavoro. Tra il 2002 e il 2007 l’unica variazione negativa (-8,5%) ha riguardato i piccoli punti vendita alimentari a conduzione familiare, con punte di flessione più accentuate in Trentino Alto Adige (-15,5%), Friuli Venezia Giulia (-15%), Lombardia (-13%). Aumentano in tutte le regioni gli esercizi del comparto non alimentare: in particolare tabacchi (+15,4% a livello nazionale) e il settore abbigliamento-calzature-cosmetici (+10%), anche in quest’ultimo caso spiccano le performance del Lazio (+26,6%) e del Sud (Sardegna +17,5%, Sicilia +16,6%, Puglia e Campania +13,7%).










Variazioni 2002-07 del Piccolo dettaglio



Crescono al Sud i minimercati
Se i piccoli negozi a conduzione familiare mostrano segni d’affanno, la formula del minimercato (esercizi non specializzati a prevalenza alimentare tra i 200 e 399 mq. di superficie) osserva un positivo trend di crescita: a giugno 2007 i minimercati erano 5.061, con un incremento di 1.345 unità rispetto al 2005. Lo sviluppo ha riguardato tutte le regioni, ma è nel Mezzogiorno che si sono riscontrati i valori più elevati (+797 unità).

Bene i supermercati
Per quanto riguarda i supermercati, cioè i punti vendita con una superficie variabile tra 400 e 2.500 mq., nel 2007 erano 8.569, concentrati per il 50% nelle regioni del Nord, il 28% al Sud e la restante parte al Centro. Rispetto al 2002, l’incremento è stato di 1.677 unità, con una crescita più accentuata in Lombardia (+223 unità), Veneto (+192) e Sicilia (+184). Secondo Confcommercio l’aumento è legato, da un lato, al rafforzamento della rete in regioni, specie al Nord, caratterizzate da bacini di utenza densamente abitati e con buone capacità di spesa; dall’altro, dall’occupazione degli spazi nelle regioni del Sud, ancora scarsamente dotate di questo tipo di servizio commerciale.

Cresce il numero e la superficie degli Ipermercati
Molto positivo anche l’andamento degli ipermercati: l’incremento in questi cinque anni è stato di 109 unità, per un totale di 490 ipermercati presenti su tutto il territorio nazionale. L’espansione ha interessato tutte le regioni, ma la crescita più significativa è avvenuta al Sud, dove si è passati da 55 a 99 unità: la grande maggioranza (312 unità) degli ipermercati rimangono comunque concentrati al Nord (125 solo in Lombardia). La crescita degli iper risalta con maggior evidenza se si prende in considerazione il dato relativo alla superficie di vendita, complessivamente aumentato tra il 2002 e il 2007 di circa il 33%. Al Sud, dove la dotazione di ipermercati era numericamente esigua, l’apertura di pochi insediamenti di dimensione molto elevata o di più esercizi dalle dimensioni più ridotte, ha prodotto un incremento di superficie di circa il 93%.

Grandi magazzini in progresso al Sud
Attualmente i grandi magazzini sono 1.232, concentrati per oltre il 60% nel Centro e nel Sud. Rispetto al 2002, il numero di grandi magazzini è cresciuto di 124 unità, con i maggiori incrementi in Toscana (55) e Sicilia (45). In altre regioni si è invece preferito riqualificare le strutture esistenti piuttosto che aprirne di nuove: è il caso della Lombardia e del Veneto, dove il numero degli esercizi è rimasto identico a quello del 2002. Nelle regioni dove questo tipo di formula non ha saputo rinnovare i contenuti dell’offerta, il numero si è ridotto come accaduto, in particolare, nel Lazio e in Piemonte.

La vitalità del commercio ambulante
Anche il commercio itinerante dimostra una vitalità piuttosto sorprendente: nel 2007 i punti vendita erano 162.938 (+35.936 unità rispetto al 2002), di cui 103.037 ambulanti su posteggio fisso e 59.901 su posteggio mobile o in forma itinerante. La localizzazione sul territorio ha le stesse caratteristiche evidenziate per il piccolo dettaglio: una diffusione molto capillare al Sud (46% del totale) rispetto al Nord (36%) e al Centro (18%).

Altra distribuzione commerciale
La dinamica positiva coinvolge anche settori particolari come il commercio per corrispondenza, la vendita a domicilio, il commercio per mezzo dei distributori automatici: attualmente le imprese sono 17.322, di cui il 46% opera nella vendita a domicilio, il 39% nelle vendite per corrispondenza – modalità di acquisto che ha trovato in internet uno strumento di diffusione più vasto – e il 15% tramite distributori automatici. Rispetto al 2002 vi è stato un aumento (+4.079 esercizi) che ha riguardato soprattutto le regioni del Nord e Centro (+3.560 unità).

Le imprese del commercio all’ingrosso
Il settore del commercio all’ingrosso, infine, ha evidenziato negli anni più recenti un’elevata vitalità dal punto di vista imprenditoriale. Tra il 2002 ed il 2006 gli esercizi sono aumentati di oltre 39 mila unità, con un incremento del 6,3%. Lo sviluppo ha riguardato prevalentemente il comparto dell’ingrosso tradizionale (+28 mila imprese) e in misura minore gli intermediari (+6.500 unità) e il settore auto (+4.300 esercizi).

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