Home Mercato Competenze Stem: 7 milioni di posti di lavoro entro il 2025

Competenze Stem: 7 milioni di posti di lavoro entro il 2025

Le donne e i ruoli lavorativi in ambito tecnologico, un rapporto difficile? La risposta è positiva se si guardano i dati attuali, ma i trend in atto indicano che la situazione è destinata a cambiare.
D’altro canto, secondo Secondo l’Unione europea, oggi il 90% di tutte le posizioni lavorative richiede competenze tecnologiche: se questa tendenza continuerà, entro il 2020 ci sarà un deficit di 825 mila risorse con skill tecnologici.
C’è una richiesta molto forte di competenze digitali – afferma Michele Lamartina, amministratore delegato di Ca Technologies Italia – perché la digitalizzazione sta entrando sempre più nei modelli di business e le aziende intraprendono sempre di più processi di digitalizzazione”. Ferma solo a quota 1,3%, l’Italia è però è il Paese europeo con la minor percentuale in discipline Stem (Scienze, Technology, Engineering and Math) e le donne si trovano addirittura in posizione di maggiore arretratezza (1,1%), nonostante il numero di laureate sia superiore rispetto ai laureati uomini.

7 milioni di posti di lavoro che richiedono competenze Stem

Secondo una stima Ue, entro il 2018 l’application technology impiegherà, direttamente e indirettamente, 5 milioni di persone nella progettazione software. La domanda di risorse Stem crescerà dell’8 percento mentre la media di posti di lavoro crescerà solo del 3 percento.
A ciò si aggiunge che da qui al 2025 a causa del turnover si libereranno circa 7 milioni di posti lavoro che richiedono competenze Stem. “Sono notevoli – aggiunge Lamartina – le opportunità che si presentano ai giovani che saranno in grado di formarsi in discipline Stem e ancora di più lo sarà per le donne”.
La ricerca “Digital gender gap: valorizzare il talento femminile nel settore tecnologico” condotta da NetConsulting cube per Ca Technologies e Sodalitas ha esplorato la presenza delle donne impegnate in ambito tecnologico all’interno di un campione di 60 aziende italiane e ha analizzato il punto di vista e gli orientamenti di un gruppo di studenti delle scuole superiori. Nel 70% delle aziende interpellate la quota di donne che attualmente ricopre ruoli tecnico-scientifici è inferiore al 25% del totale degli impiegati in questi ambiti, una percentuale che scende al 10% quando vengono considerati i livelli manageriali/dirigenziali.

Si riduce il divario di genere

Il divario di genere è ancora molto elevato – ha commentato Rosella Macinante, project leader di NetConsulting cube – anche se oltre il 50% dei direttori del personale partecipanti all’indagine ritiene che si tratti di un fenomeno in progressiva riduzione”. Dando per assodate le competenze tecniche richieste nei vari settori professionali, le donne dimostrano attitudini molto spiccate in termini di soft skill, come problem solving, multitasking, gestione dei rapporti interpersonali e al team working.
Inoltre, viene riconosciuta alle donne anche maggiore creatività e propensione all’innovazione.
Secondo i responsabili delle risorse umane coinvolti nell’indagine, le disparità numeriche tra uomini e donne in ambiti Stem deriva dall’attuale difficoltà nel reperire risorse di sesso femminile con competenze in discipline tecnico-scientifiche soprattutto a causa delle resistenze culturali interne all’organizzazione (45,8%), ma anche della mancanza sul mercato di laureate nelle discipline tecnico-scientifiche (29,2%) e dello scarso interesse da parte delle donne verso le professioni legate a tematiche di information technology (29,2%).
Secondo le risposte dei Responsabili dei Sistemi Informativi interpellati, il 54% degli addetti di sesso femminile presenti nelle strutture Ict ha un titolo universitario e il 40% di queste ha una laurea in discipline Stem, con Ingegneria Informatica e Scienza dell’Informazione in testa. A fronte di una presenza femminile complessiva del 22,6% nelle aree Ict delle aziende del panel, nei casi in cui a guidare la struttura sia una donna la quota aumenta fino a raggiungere il 37,9%, mentre scende al 13,9% quando alla guida c’è un uomo. Riguardo l’inquadramento aziendale nelle organizzazioni Ict delle imprese interpellate, la percentuale di donne a livello quadro è pari al 49%, laddove il responsabile è una donna, e al 18,1% nei casi in cui a capo della struttura è un uomo. I ruoli principalmente ricoperti dalle donne in ambito tecnologico sono quelli di responsabili di area (48,6%), project manager (45,7%) e sviluppatori/programmatori (31,4%).
In generale tutti i responsabili dei sistemi informativi contattati concordano che nei dipartimenti informatici le donne sono sottorappresentate nelle posizioni manageriali e di responsabilità e che le aziende dovrebbero incentivare una loro maggiore presenza. Il superamento degli stereotipi di genere e la scarsa propensione delle donne a seguire percorsi di studio e di carriera dove viene percepito più difficile il loro ingresso e l’ascesa professionale rappresentano oggi uno dei maggiori ostacoli sulla strada della parità in ambiti Stem.

La convinzione degli studenti

In merito al futuro percorso professionale, il 39,9% degli studenti interpellati ritiene che il settore in cui vi saranno maggiori opportunità professionali sarà quello tecnologico, seguito da farmaceutico (35,6%) e chimico (29,8%). Gli studenti maschi, però, dichiarano sia di essere più propensi a lavorare in futuro nel campo delle discipline tecnico-scientifiche (69,4%) rispetto alle ragazze (52,6%), sia di avere le attitudini/qualità personali necessarie per poter fare carriera in campo scientifico-tecnologico (74,5% contro il 51,7% delle donne).

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