Come sarà per Compaq la vita senza Alpha?

La decisione di cedere a Intel tecnologia e personale legato all’architettura Risc ereditata da Digital ha senz’altro lo scopo di ridurre i costi. Scomparirà entro il 2004 un’architettura da sempre considerata all’avanguardia, ma capace di conquistare solo nicchie di mercato.

Ci sono strani corsi e ricorsi storici anche nel mondo dell’informatica. Nel 1997, Digital decise di far guerra a Intel, accusandola di violazione della proprietà intellettuale sui propri chip Alpha e imbarcandosi in una causa che, se fosse andata avanti a lungo, le avrebbe probabilmente prosciugato le già scarse riserve finanziarie di allora. Quel contenzioso si concluse con un accordo (come si può verificare nella notizia linkata a fondo pagina), che creò una prima partnership fra quelli che prima erano contendenti. Di lì a poco Digital fu assorbita da Compaq. Ora il cerchio si è chiuso con il definitivo passaggio di tutto quanto attiene ad Alpha (non più solo produzione, ma anche tecnologia, progettisti e sviluppo) a Intel.
Di quello che nel 1992 fu lanciato come il più veloce e potente processore al mondo, capace di durare e crescere per i successivi venticinque anni, a breve (nel 2004) non dovrebbe restare più nulla. L’intento dell’acquirente, infatti, è di utilizzare alcuni elementi tecnologici e il relativo personale ereditato per lo sviluppo dei propri processori a 64 bit, partiti da poco con Itanium. Quello che ne risulterà è ancora da vedere, ma certo è che l’accordo sembra poter fornire vantaggio a entrambe le parti. Intel, infatti, non potrà che migliorare la propria architettura, potendo integrare elementi di quella che è sempre stata considerata una tecnologia d’avanguardia, mentre Compaq si libera di una sorta di “peso”, probabilmente ereditato senza troppa convinzione nell’acquisizione da 9,1 miliardi di dollari messa a segno all’inizio del 1998. Gli AlphaServer e gli Himalaya, infatti, rappresentano sì circa 3,2 miliardi di dollari di vendite (cifra dal bilancio 2000), ma hanno sempre mostrato di essere sistemi di nicchia, abbastanza costosi e con un parco applicativo a disposizione certo non paragonabile con quello del mondo Windows/Intel. Dunque, la decisione di cedere la tecnologia, per quanto non semplice, servirà a Compaq per riutilizzare le diverse centinaia di milioni di dollari che costava annualmente mantenere lo sviluppo interno di un chip.
Non va poi dimenticato che Intel ha incassato anche il supporto incondizionato di Compaq verso Itanium come unica architettura di supporto per la propria gamma di server. Gli ingegneri della casa texana potranno concentrarsi su sviluppi legati a un’unica architettura, anche se questo rischia di lasciare un po’ di spazio in più, almeno nel mondo Risc, ai contendenti rimasti, in particolare Sun, che appare più focalizzata su questo fronte di Hewlett-Packard e Ibm. Fra qualche tempo, Compaq dovrà chiarire cosa intenderà fare con i sistemi operativi attualmente supportati. Per ora il costruttore ha fatto sapere che Tru64 Unix, OpenVms e NonStop Kernel saranno tutti portati su Itanium, ma alcuni di questi avevano ragion d’essere proprio per l’esistenza di Alpha. Non è improbabile che l’azienda presto prenda altre decisioni forse “impopolari”, ma necessarie a razionalizzare un’offerta comunque strategica per mantenere alti margini e un contatto stretto con gli utenti del mondo enterprise.

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