Come recuperare i documenti cancellati

Grazie ai programmi di data recovery è possibile scansionare i supporti di memoria e ripristinare in diversi casi il contenuto originale

Ottobre 2009 Per cancellare uno o più file, dopo averli selezionati
si può eseguire la sequenza “tasto destro, Elimina” o premere
il tasto Canc; poi, però, occorre confermare la decisione con un clic
su . Sembra, dunque, che l’operazione avvenga sempre in modo consapevole.
Ciononostante, non è difficile trovarsi nella condizione in cui solo dopo ci
si accorge di aver eliminato dei file importanti.

Per esempio può capitare perché, prima di confermare, si pensava di averne
da parte una copia valida, scoprendo poi che non era così. A volte si cancellano
intere cartelle, senza accorgersi che all’interno c’era qualche file che si
desiderava conservare. Altre volte ancora, si cancella volutamente un file con
la convinzione che non sia più utile. Solo successivamente ci si accorge di
averne bisogno, magari perché viene chiesto da qualche collega di ufficio. Situazioni
del genere sono più frequenti di quanto si possa immaginare. Ecco perché, prima
o poi, chiunque può aver bisogno di recuperare il contenuto di un file che,
invece, non è più visibile nel file system.

Cosa si può fare in questi casi? La soluzione percorribile più facilmente è
ricorrere al Cestino, il dispositivo virtuale degli ambienti grafici
creato proprio per questo scopo. Anche gli utenti meno tecnici sanno che lo
si può utilizzare per recuperare i file che sono stati cancellati, a meno che
non sia stato già “svuotato” del suo contenuto.

Il meccanismo è semplice: si apre la cartella del Cestino, si selezionano
uno o più fi le da recuperare e si conferma su Ripristina. Immediatamente
dopo quei fi le appaiono nuovamente nelle cartelle di origine, dove possono
essere aperti normalmente con i programmi applicativi che li hanno generati.
Esistono diverse situazioni, però, dalle quali non si riesce a venire fuori
con il semplice ripristino dal Cestino.

Per esempio, nel caso di file cancellati, questo accade quando:

• il Cestino è stato già “svuotato”;
• i file sono stati eliminati direttamente senza passare dal Cestino;
• i file sono troppo grandi per essere conservati nel Cestino;
• i file sono in supporti di memoria rimovibili.

Se il Cestino è stato “svuotato”, i normali strumenti del sistema
operativo non permettono più di recuperare i dati che conteneva. A volte, è
lo stesso utente a decidere di eliminare direttamente cartelle e file, per risparmiare
qualche passaggio. Quando un file ha dimensioni talmente grandi da non riuscire
ad essere memorizzato nel Cestino, il sistema operativo lo elimina
direttamente, ma sempre dopo aver avvisato l’utente. La funzione di salvaguardia
del contenitore di file cancellati, poi, non è prevista per i supporti di memoria
a stato solido come i drive a penna USB e le schedine di memoria SD/MMC/ XD
e di altri formati.

Una situazione particolarmente antipatica capita quando si cancellano foto
personali da schedine utilizzate con fotocamere digitali o con telefoni cellulari
evoluti. Per ridurre i rischi di perdite di dati ci sono tecniche note come
il backup. Altre lo sono un po’ meno, ma sono ugualmente percorribili.

Per esempio, si può gestire il versioning per i file di dati (tecnica utilizzata
abitualmente per i programmi), con cui vengono salvate le versioni successive
di un certo documento durante le fasi di stesura e di correzione. I dati vengono
memorizzati in file con nomi leggermente diversi l’uno dall’altro, in modo da
poterli recuperare anche se il documento ha subìto modifi che e rimaneggiamenti
nel corso del tempo.

Quando tutto sembra perduto, comunque, rimane ancora una possibilità: cercare
di recuperare i dati con appositi programmi di utilità che si occupano di data
recovery. Molti di essi sono a pagamento. Ce ne sono, però, parecchi di libero
utilizzo con prestazioni e caratteristiche tali da permettere il ripristino
di fi le cancellati nelle situazioni più disparate.

Data recovery: non solo per file cancellati
La maggior parte dei programmi per il recupero di file che sono stati cancellati
da supporti di memoria esegue il proprio compito in modo diligente, sebbene
i risultati possano essere un po’ diversi dall’uno all’altro. In aggiunta, alcuni
riescono a recuperare dati anche da supporti di cui non risulta più visibile
il file system.

Per esempio, può accadere se un drive a penna USB, un CD/DVD o una schedina
di memoria (SD, MMC o di altro tipo) un bel giorno decidesse di non permettere
più l’accesso al proprio contenuto.

Più in generale, queste funzioni possono tornare utili quando:

• ci si trova delle copie di salvataggio non leggibili;
• il supporto di memoria dal quale si tenta di leggere non mostra il file system
perché corrotto;
• i file sono stati cancellati da parecchio tempo e non sono disponibili nelle
copie di backup;
• si vorrebbero riavere dati che erano presenti in una versione precedente di
un fi le che si possiede, il quale, però, è stato modificato nel corso del tempo
eliminando parte del contenuto.

Quando si dice che un supporto di memoria non è leggibile o è corrotto, in
pratica signifi ca che non si riescono a visualizzare file nella finestra di
Explorer/(Risorse del) Computer. Qualche volta se
ne vedono i nomi, ma non si riesce ad aprirli o a trasferirli su altre unità,
ottenendo dei messaggi di errore nel momento in cui si cerca di farlo.

Quasi sempre, in questi casi il problema dipende da anomalie dei supporti di
memoria. Per esempio, può aver fatto sentire il suo effetto un vecchio difetto
fisico della superficie. I supporti ottici come i CD e i DVD possono subire
danni a causa di polvere o di un non perfetto stato di conservazione. L’esposizione
a temperature alte, poi, danneggia anche i  supporti di memoria removibili,
sia quelli magnetici (dischi esterni), sia quelli a stato solido (penne USB
e schedine di memoria). Come se non bastasse, il file system dei dispositivi
portatili può corrompersi irreparabilmente quando i supporti non vengono “chiusi”
correttamente prima di staccarli dalla porta/drive a cui sono collegati.

Criteri e tecniche di recupero

I programmi di data recovery possono essere sfruttati in più situazioni per
recuperare interi file o, almeno, dati da zone di supporti di memoria leggibili
solo parzialmente.

Dal punto di vista logico, le attività da svolgere sono:

1. scegliere un drive dal quale si desidera recuperare uno o più file (si possono
scegliere anche più drive per volta);
2. lanciare la scansione fisica delle zone ufficialmente “vuote” del supporto;

3. attendere la visualizzazione completa dei file che sono stati trovati;
4. se lo si desidera, selezionare un certo numero di file e chiederne il ripristino.

Le varianti a questa semplice sequenza di operazioni sono parecchie, destinate
a rendere il lavoro più semplice, più accurato e, in defi nitiva, più efficace
nel risultato finale.

Eccone alcune:

• si può lanciare la scansione di una cartella invece che di un intero drive;

• si può chiedere di cercare solo file che abbiano una certa estensione;
• si possono cercare solo file che contengono un certo gruppo di caratteri all’interno
del nome.

Altre opzioni riguardano aspetti leggermente più “tecnici” che, una volta tenuti
in considerazione, possono far ottenere risultati in modo ancora più puntuale.

Per esempio, si può chiedere di:

• lanciare una scansione più o meno approfondita;
• cercare file sovrascritti più volte;
• escludere file con dimensione di zero byte;
• cercare file in directory nascoste nel sistema operativo.

Un aspetto da considerare riguarda il tipo di file system utilizzato per il
supporto. I più diffusi sono NTFS e FAT32. Il primo (New Technology File System)
è il file system predefi nito dei sistemi operativi Windows da Windows NT in
poi. Offre numerose caratteristiche in più rispetto a FAT32 (File Allocation
Table 32 bit), che si è diffuso enormemente grazie a Windows 98. Nonostante
ciò, capita spesso ancora oggi di avere supporti di memoria esterni formattati
in FAT32, perché possono essere gestiti in lettura e in scrittura con qualsiasi
versione di sistema operativo.

Quasi tutti i programmi di data recovery riescono a leggere blocchi di dati
da entrambi i tipi di file system. Alcuni sono specializzati solo per l’NTFS.
Altri ancora, oltre a NTFS e a FAT32, riescono a “vedere” anche file system
di altra tipologia, come quelli dei supporti ottici e quelli utilizzati da Linux
(EXT2/3, ReiserFS e le cosiddette aree di swap). Questi ultimi possono essere
sfruttati per recuperare dati da dischi che si sono corrotti dopo aver lavorato
su computer con il sistema operativo del pinguino. In tutti i casi i programmi
di recupero eseguono una scansione del supporto e mostrano i file non visibili
nel fi le system, ma comunque presenti. Per l’utente non cambia nulla il fatto
che possano essere cancellati o semplicemente non accessibili: l’unica cosa
importante è avere la possibilità di recuperare dati da archivi che altrimenti
sarebbero irrimediabilmente persi.

Perché si riescono a recuperare dati da file illeggibili Come è possibile far
apparire nuovamente dei file che sono stati cancellati “definitivamente” o che
sono registrati su supporti di memoria di cui non è visibile il file system?
La risposta è che la cancellazione di un file non avviene in modo “fisico”,
ma “logico”. Detto diversamente, quando si elimina un file viene solo dichiarata
libera la parte di spazio fisico occupata sul supporto, in modo che possa essere
utilizzata per registrarci altri dati. Anche se è stata resa libera, però, in
quella zona continuano a essere memorizzati numeri, scritte e tutti i bit che
facevano parte dell’archivio cancellato.

Per lo stesso motivo sono comunque presenti nei supporti di memoria corrotti
anche i dati dei file il cui nome non viene mostrato quando si visualizza il
file system. Il tentativo di recuperarli con i programmi di data recovery si
basa proprio sul fatto che le zone vuote dal punto di vista logico sono, invece,
piene di dati. Scorrendo fisicamente i singoli blocchi di memoria, i programmi
cercano di ricostruire le sequenze di bit che fanno parte di un certo file per
mostrarle nella pagina dei risultati. A questo punto dovrebbe essere chiaro
che è fondamentale isolare il supporto sul quale si sta lavorando.

Installando programmi e copiando file su quel drive, infatti, si potrebbe scrivere
qualcosa proprio nei punti in cui ci sono dati ancora da recuperare. Per evitare
di “sporcare” quelle zone, quindi, è importante che il programma di data recovery
sia installato su un altro drive. Meglio ancora sarebbe utilizzare programmi
che vengono lanciati direttamente in esecuzione senza dover essere installati.
Ce ne sono molti che devono essere solo copiati in dispositivi portatili come
le penne USB.

Alcuni di questo tipo sono disponibili anche come immagine ISO da registrare
su CD/DVD. Sempre per evitare di scrivere dati in aree di memoria sbagliate,
anche quando si decide di ripristinare uno o più fi le è importante chiederne
il salvataggio su unità di memoria diverse da quella da cui li si sta leggendo.

Risultati e loro presentazione all’utente
I risultati di una scansione non sono uguali per tutti i programmi, sia per
numero, sia per modalità di presentazione. Alcuni riescono a scovare un buon
numero di file, altri ne trovano meno. Questo dipende in parte dalle caratteristiche
del programma utilizzato e in parte dalle condizioni fisiche del supporto su
cui avviene la scansione. Tra l’altro, oltre ai file appaiono anche le eventuali
cartelle che risultano cancellate.

Quando i risultati ottenuti con un certo programma sono nulli o non soddisfacenti,
vale la pena di ripetere la scansione modifi cando le condizioni in cui avviene.
In altre parole, conviene lanciarla nuovamente:

• in un altro momento sulla stessa macchina;
• provando a leggere lo stesso supporto di memoria su un’altra macchina;
• lanciando in esecuzione un altro programma, diverso da quelli utilizzati in
precedenza.

Se si sta cercando di leggere dati da un supporto ottico, a volte è sufficiente
ripetere la scansione su un altro drive per riuscire a vedere il contenuto che
si desidera recuperare. In genere, il risultato è un elenco di file che si possono
visualizzare in diverse modalità.

Rifacendosi a quelle offerte dal sistema operativo, tipicamente i file vengono
visualizzati sotto forma di: dettagli, lista o icone. La classica pagina dei
risultati elenca i file trovati durante la scansione sotto forma di righe di
una tabella. In questo caso, accanto a ogni voce ci sono altri dati utili a
capire quali siano i file che si può cercare di recuperare. Se viene visualizzata
una cartella, aprendola con un doppio clic ne appare il contenuto, costituito
a sua volta da altri oggetti cancellati.

Alcuni programmi mostrano i file e le cartelle trovate nella fase della scansione
direttamente in una struttura ad albero inverso, simile a quella del file system.
Altri visualizzano le anteprime dei file trovati, prima di tentarne il di dati
che appartengono a un certo documento. Alcuni file hanno uno stato di possibile
recupero definito “ottimo”. Sono quelli memorizzati in zone dei supporti sulle
quali non sono ancora stati scritti altri dati. Altri hanno uno stato “medio”.
In questo caso non può essere garantito il ripristino dell’intero file, completo
di dati e integro nel formato. Ancora peggiore è la situazione dei file che
hanno uno stato “sovrascritto” o “pessimo”.

Per ottenere buoni risultati, comunque, una cosa da evitare con certezza è
la fretta. La velocità di scansione dipende in parte dal tipo di supporto di
memoria su cui si esegue la scansione e in parte dal livello di profondità con
cui si chiede di cercare i file cancellati. Una scansione eseguita con maggiore
livello di approfondimento, per esempio, può condurre a ottenere risultati che
una scansione più veloce non mostrerebbe. Se non si riescono a recuperare i
dati cercati con un certo programma, poi, è importante ripetere la scansione
utilizzandone un altro: non è difficile ottenere qualche sorpresa, in positivo.
Nelle attività di data recovery, in definitiva, i risultati migliori si ottengono
solo armandosi di pazienza.

SELEZIONE DI PROGRAMMI DI DATA RECOVERY
Programma e versione Sito download Licenza Note File system/tipi di file
CD Recovery Toolbox Free http://www.oemailrecovery.com/cd_recovery.html freeware Recupera file da CD/DVD/HD-DVD/Blu-Ray Disc File system dei supporti ottici
DataRecovery http://tokiwa.qee.jp/EN/dr.html freeware Senza installazione FAT 12/16/32, NTFS
NTFS Undelete http://ntfsundelete.com/downloads/ freeware Disponibile versioni senza installazione e ISO (funzionante da CD o DVD) NTFS
PC Inspector File Recovery http://www.pcinspector.de/download_all.htm?language=4 freeware Recupera specifici tipi di file FAT 12/16/32, NTFS
Recover Files http://www.undeleteunerase.com/download.html freeware Disponibile versione senza installazione; offre filtri di selezione dei
risultati
FAT, NTFS
Recava http://www.recuva.com/download freeware Disponibile versione senza installazione; recupera messaggi cancellati
da Outlook Express, Thunderbird, Windows Live Mail e file RAW
FAT32, NTFS,
Restoration http://www.aumha.org/a/recover.php freeware Senza installazione FAT, NTFS
TestDisk & Photorec http://www.cgsecurity.org/wiki/TestDisk_Download open source Lavora in modalità a linea di comando in DOS, Windows, Mac, Linux FAT, NTFS, partizioni e swap Linux, ReiserFS, JFS e altri
Ultimate data recovery http://www.mispbo.com/download.htm freeware Lavora anche su partizioni compresse e crittografate FAT 12/16/32, NTFS

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