Cio chiama Ceo

L’amministratore delegato di Oracle Italia risponde alle domande dei Cio di Cgt e Pastificio Rana

Taccuino alla mano, i responsabili dei sistemi informativi di Cgt (Compagnia Generale Trattori), Alessandro Cagnola, e di Pastificio Rana, Marco Fraccaroli, hanno intervistato l’amministratore delegato di Oracle Italia, Sergio Rossi.

I due Cio hanno voluto approfondire, con il vertice di una delle società più attive sul fronte delle acquisizioni, gli aspetti che caratterizzeranno la strategia aziendale per i prossimi mesi, con focus particolare sulla Business intelligence, l’area data base, il middleware, l’open source e l’integrazione.

1 Cagnola: Negli ultimi mesi, il mercato ha subìto due notizie in rapida sequenza: Sap ha acquisito Business Objects e Ibm ha reagito acquistando Cognos. Probabilmente, diversi clienti on top alle applicazioni Oracle, dispongono dei tool di Business intelligence sopra citati e quindi, oggi, si trovano in casa un fornitore imprevisto e che, magari, non vi è gradito. Che visione ha di questa particolare dinamica?

R Si tratta del consolidamento del mercato It. Non viviamo questa situazione con imbarazzo, visto che da sempre i grandi vendor sono al contempo nostri concorrenti e partner, per cui siamo assolutamente abituati. Le faccio un paio di esempi che toccano proprio le due aziende che ha citato: Ibm è certamente un competitor sull’infrastruttura tecnologica ma, allo stesso tempo ha sempre avuto una best practice in area servizi sulla nostra E-Business Suite. Una partnership che si è poi rafforzata con le acquisizioni di Peoplesoft (più Jd Edwards) e Siebel. Per quanto riguarda Sap, invece, è noto che le sue più grandi implementazioni al mondo sono su tecnologia Oracle. A prescindere da ciò, l’azienda che ha aperto le acquisizioni in area Business intelligence è stata proprio Oracle, che a marzo 2007 ha comprato Hyperion. Con l’integrazione delle varie offerte, oggi siamo in grado di offrire al mercato una soluzione completa che parte dalla Bi e arriva fino alle applicazioni per l’Enterprise performance management.

2 Fraccaroli: Sempre parlando di Business intelligence, il binomio con le Soa potrebbe rappresentare la nuova generazione dei sistemi di analisi e controllo, garantendo elevati livelli di flessibilità alle aziende. Qual è il suo pensiero in proposito e come si sta muovendo Oracle nella ricerca di tale tipo di convergenza?

R La direzione è esattamente questa e il motivo è di facile intuizione per chi ha responsabilità all’interno di un’azienda. Il processo decisionale si svolge su un ciclo brevissimo, quasi in tempo reale, all’interno di organizzazioni in cui è cresciuta a dismisura l’esigenza di disporre delle informazioni giuste al momento giusto. In Oracle parliamo di una Business intelligence pervasiva e integrata. Mentre la Bi fornisce all’azienda l’intelligenza per comprendere quali decisioni e cambiamenti devono essere presi per migliorare il business, le Soa abilitano i processi di business, massimizzano il valore dell’infrastruttura It, riducendone costi e complessità. In ultima analisi, la Business intelligence e le Soa governano, in base alle rispettive competenze, in sinergia, un sistema complesso, ma ordinato, snello, adattativo creando un circolo virtuoso. La prima ci permette di analizzare e comprendere le attività da modificare e i processi da ottimizzare, mentre la seconda ci consente di attuare questi cambiamenti in modo veloce ed economico per raggiungere obiettivi di time-to-market, contenimento dei costi e maggiore competitività.

La visione di Oracle va verso un’assoluta osmosi tra le due componenti che, non a caso, sono elementi centrali di Oracle Fusion Middleware.

3 Fraccaroli: In considerazione della recente acquisizione di Bea Systems, ci potrebbe illustrare le possibili modifiche al contesto competitivo e le novità che questa scelta determinerà nell’offerta dei servizi Oracle, con particolare riguardo all’area del middleware? Qual è, ad esempio, lo stato dell’arte del progetto Fusion e quali le prossime tappe importanti nello sviluppo della relativa roadmap?

R Sull’acquisizione, si sta attendendo la definitiva approvazione da parte degli azionisti di Bea Systems e di alcune authority americane, per cui non siamo ancora autorizzati a rilasciare dichiarazioni ufficiali oltre a quelle già note, in quanto pubbliche sul sito aziendale. Riguardo al progetto Fusion, recentemente il nostro Development ha confermato i primi rilasci per la seconda parte del 2008. Ciò significa essere assolutamente in linea con quanto stabilito nella roadmap annunciata a gennaio 2005, quando fu ufficializzato l’acquisto di Peoplesoft. Peraltro, il 2007 è stato un anno importantissimo da questo punto di vista per il rilascio di Oracle Application Integration Architecture (Aia), ossia una piattaforma open standard basata su Fusion Middleware, che garantisce l’integrazione di processi aziendali anche se basati su mondi applicativi eterogenei. Da un paio di anni, poi, Oracle ha lanciato il programma Applications Unlimited con il quale si garantisce la manutenzione e contestualmente la realizzazione di nuove versioni delle soluzioni applicative acquisite, quali Peoplesoft, Jd Edwards e Siebel, oltre alle versioni precedenti della E-Business Suite.

4 Fraccaroli: A fronte della crescita della mole di dati e della loro varietà, la complessità gestionale dei database rischia di appesantire l’operatività e di incrementare i costi, in particolare di quelle realtà che hanno deciso di investire nello sviluppo di competenze interne. Nel rilascio della versione 11g del dbms, Oracle sembra aver lavorato molto anche sulle modalità di amministrazione e sulla gestione dei dati non strutturati. Ci potrebbe dare qualche conferma in questo senso?

R Per quanto riguarda i dati non strutturati, Oracle gestisce quelli Xml in modo nativo sin dal 1998. La release 11g del database è chiamata Customer Release perché nasce proprio dalle esigenze delle nostre decine di migliaia di clienti e dall’enorme numero di test da loro effettuato. Con 11g abbiamo ulteriormente migliorato l’Enterprise Manager e in particolare le funzionalità di Grid Control, introdotte per la prima volta con la versione 10g nel 2003. Il Grid Control automatizza quattro attività di gestione assolutamente critiche: i livelli di servizio delle applicazioni, l’interoperabilità in ambienti eterogenei, il deployment e la configurazione del sistema nonché l’amministrazione, inclusi la gestione del provisioning e delle patch. Per andare incontro all’aumentato volume di dati da gestire, poi, con Oracle 11g abbiamo introdotto la funzionalità di Advanced Compression, con cui si occupa uno spazio disco ridotto e, di conseguenza, si consuma meno energia. È un classico esempio di Green It.

5 Cagnola: Sul fronte database, il battente dei rilasci di Oracle e le politiche di mantenimento delle release precedenti richiedono ai clienti presidio e risorse per aggiornare le installazioni e ritestare il parco applicativo. Guardando al futuro, è prevedibile che il ritmo rallenti o si manterrà ai livelli attuali?

R Oracle investe globalmente il 12% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, di cui una quota significativa è destinata allo sviluppo del database. Ciò significa innovazione continua e una ricerca, quasi ossessiva, della risoluzione dei problemi delle aziende. In questi ultimi 10 anni, con l’avvento di Internet e la conseguente digitalizzazione di ogni aspetto della nostra quotidianità, le esigenze sono cambiate moltissimo e, inevitabilmente, anche il ritmo di aggiornamento delle funzionalità della tecnologia che supporta buona parte di queste applicazioni. Una di queste va proprio nella direzione indicata. Con Real Application Testing, le aziende riescono a fare, a livello di test, una vera e propria simulazione di quelli che saranno i carichi reali. Ciò consente di impostare la gestione del sistema con piena consapevolezza e, quindi, di bilanciare la crescita e la gestione del sistema anche in relazione ai costi.

6 Cagnola: Dal mondo open source emergono prodotti e Db relazionali che, in qualche modo, trovano affermazione in un certo tipo di utenza e attenzione da parte di big player. È recente, per esempio, l’acquisizione di mySql da parte di Sun. Oracle in questo vede prospettarsi una minaccia o lo ritiene ancora un fenomeno marginale per la comunità del business?

R Nel mondo open source, Oracle ha un ruolo particolarmente attivo. Ricordo che abbiamo dei programmi ad hoc per il mondo Linux, sulla cui piattaforma abbiamo specifiche competenze. In questi anni, poi, sono state acquisite anche aziende opensource, quali ad esempio InnoDB, che detenevano esperienze best of breed in area database.

7 Cagnola: Il settore della gestione documentale è sicuramente destinato a crescere di importanza. In quale modo e con quali proposte Oracle intende affrontare tale mercato?

R Sono d’accordo sul fatto che la gestione documentale sia una delle aree calde e di maggior focus da parte delle aziende. Per Oracle, l’Enterprise content management è una delle quattro aree in cui strutturiamo l’offerta Fusion Middleware ossia: Soa, Enterprise performance management/Bi, security&identity management e, appunto, Enterprise content management. Anche in quest’area abbiamo compiuto un’acquisizione strategica: Stellent, azienda americana con un’offerta che stiamo promuovendo anche in Italia, sotto il nome di Oracle Enterprise Content Management Suite, che Forrester e Gartner posizionano tra i leader nei rispettivi report.

8 Fraccaroli: L’integrazione con i processi di clienti e fornitori nel più ampio concetto di azienda estesa sta assumendo un ruolo centrale nelle politiche di sviluppo applicativo. Le specificità “individuali” rischiano, però, di complicare integrazioni che sulla carta paiono semplici. Quali consigli si sente di fornire alle aziende che intendono approcciare la via dell’integrazione e quali soluzioni Oracle propone per semplificarne la realizzazione?

R Oracle ha sempre sostenuto la filosofia dello standard, nel senso dell’evitare di incorrere in eccessi di customizzazione. Questo è il primo punto per poter dar vita a progetti di integrazione sia di dati sia di applicazioni meno traumatici per l’intero sistema informativo e quindi per l’azienda. Ma oggi il problema non è più la prevenzione, bensì la gestione dell’installato e la protezione dell’investimento. E qui Oracle ha molto da dire in quanto ha dato vita a una piattaforma di integrazione che gli analisti considerano un punto di riferimento tecnologico.

Soa Suite, che è parte di Oracle Fusion Middleware, nasce proprio per risolvere questo tipo di problemi, in quanto il primo progetto di integrazione applicativa è stato fatto al proprio interno e sta proseguendo con il progetto Fusion.

Il consiglio è di affidarsi sempre e comunque a piattaforme aperte e standard che facilitano l’integrazione non solo all’interno dell’azienda ma anche con partner esterni. Nei prossimi mesi cominceremo a rilasciare i Pip, ossia i Process Integration Pack, delle soluzioni pre-integrate su processi predefiniti a livello di industry.

Un’altra area di integrazione, che ormai è diventata una necessità soprattutto per alcune tipologie di aziende, è quella con i clienti, intesi come consumatori. Qui si apre tutto il mondo degli strumenti Web 2.0 che fanno riferimento al social networking di fatto, alla possibilità per l’azienda di aprirsi ulteriormente all’esterno e di offrire gli strumenti per facilitare l’interazione e lo scambio di opinioni. In quest’area, Oracle ha recentemente lanciato WebCenter Suite, una piattaforma che abilita a questi strumenti.

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