Calerà ancora il fatturato per le Pmi

Secondo l’indagine congiunturale di Unioncamere sulle industrie manifatturiere italiane fino a 500 dipendenti, la discesa dei conti dovrebbe però rallentare nel secondo trimestre 2009

C’è qualche spiraglio di ripresa per gli imprenditori del manifatturiero: i pessimisti battono ancora gli ottimisti sulle previsioni del fatturato da aprile a giugno 2009, ma per soli cinque punti percentuali contro i 26 registrati nel primo trimestre dell’anno. Difatti è il 27% delle aziende a credere che il fatturato diminuirà nel secondo trimestre, contro il 22% che stima una crescita.

L’indagine trimestrale di Unioncamere sulle imprese fino a 500 dipendenti mostra, quindi, una maggior stabilità del barometro finanziario, grazie soprattutto all’export. Per quanto riguarda gli ordini esteri, infatti, il divario tra previsioni di diminuzione e crescita è sceso a quattro punti; un bel recupero rispetto ai 24 punti di scarto del primo trimestre. Analizzando la produzione, c’è ancora un 6% in più di pessimisti rispetto agli ottimisti (ma nel primo trimestre questa differenza era del 26%).

Bilanci in rosso
Il manifatturiero italiano sta provando a raddrizzare i conti notevolmente in rosso. Basti pensare alla produzione, calata del 15,5% nel primo trimestre 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008; il fatturato è sceso di quasi il 15 per cento. La crisi economica ha colpito maggiormente le regioni del Nord Ovest, con perdite superiori al 18 per cento nella produzione e nel fatturato. A seguire le regioni del Nord Est con flessioni tra il 15 e il 16%, poi quelle del Centro e infine il Sud con una contrazione di circa il cinque per cento.

Hanno sofferto in particolare le Pmi e le ditte artigianali; considerando i diversi settori, la maglia nera spetta alle industrie dei metalli con discese tra il 26 e il 28% (sempre nel fatturato e nella produzione). Il settore alimentare rappresenta l’unica parziale eccezione, avendo contenuto le perdite intorno al due per cento. Il calo dell’export è di quasi il 6%, con le industrie dei metalli in difficoltà più marcate (-11,6%), seguite da quelle del legno-mobile (-8,7%) e dalle industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto (-7,8%). Il made in Italy del genere alimentare, invece, ha chiuso il primo trimestre 2009 con una leggera crescita (+0,8%).

Le differenze regionali
Le previsioni negative per il secondo trimestre 2009 comprendeono rilevanti differenze tra le varie zone della penisola. Nel Nord Ovest ci sono le aziende più pessimiste: queste sopravanzano di 12 e 13 punti percentuali, rispettivamente per l’andamento della produzione e del fatturato, le imprese ottimiste. Tali differenze si assottigliano nel Nord Est e nel Centro, ribaltando la situazione a favore degli ottimisti nel Mezzogiorno. Le industrie dei metalli, quelle del Sistema moda e le aziende del legno e del mobile si aspettano i cali più consistenti. Sono più incoraggianti le indicazioni provenienti dal settore alimentare e dalle industrie chimiche e delle materie plastiche.

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